ROMA – Dal monitoraggio di Unioncamere e BMTI, con il supporto di REF Ricerche, sui costi dei servizi pubblici locali sostenuti dalle imprese emerge che nel quarto trimestre 2022 il costo dell’energia elettrica a carico di alcuni profili tipo di piccole imprese italiane registrerà un aumento medio pari al +60,1% rispetto al precedente trimestre e del +111,7% rispetto allo stesso trimestre del 2021. Il costo medio di mille kilowattora, infatti, raggiunge i 715 euro nel quarto trimestre 2022. Gli aumenti rispetto al terzo trimestre 2022 oscillano tra il +55% per il negozio di ortofrutta e il +64% per il negozio di beni non alimentari.
In risposta ai forti rincari della materia prima di energia e a causa di una forte volatilità dei prezzi, ARERA ha di nuovo confermato l’annullamento (già in vigore nei precedenti trimestri) delle componenti degli oneri generali, al fine di mitigare l’aumento della bolletta elettrica per le piccole imprese in bassa tensione. Ciò ha attenuato sulle bollette di quasi 6 milioni di imprese le conseguenze degli aumenti della materia prima, il cui indice di riferimento (il Prezzo Unico Nazionale, PUN) è quasi quadruplicato rispetto allo stesso trimestre del 2021. In assenza di questi interventi, gli aumenti percentuali rispetto al precedente trimestre sarebbero stati a tre cifre.
Nonostante le tensioni sui prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica, causate dal conflitto in Ucraina e dall’avvicinarsi della stagione invernale e nonostante il timore di possibili interruzioni delle forniture di gas, acuite dai danni cagionati dagli incidenti di settembre al gasdotto Nord Stream 2, la produzione di energia elettrica è in crescita rispetto a un anno fa (+2,8% nei primi 9 mesi del 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021), sebbene sia stata riscontrata una forte riduzione della produzione idroelettrica dovuta alla siccità (-38,5%), compensata dall’aumento della produzione termoelettrica (+14,1%) e fotovoltaica (+10,8%).