MACOMER (NU) – “Facciamo i migliori auguri di buon lavoro al nuovo Governo e ai parlamentari sardi di Camera e Senato. Siamo sicuri che il loro impegno per il bene della Sardegna sarà massimo, ecco perché facciamo loro appello affinché affrontino immediatamente due problemi che stanno mettendo a dura prova l’intero comparto: i costi esorbitanti di energia e materie prime e la mancanza di manodopera e di ricambio generazionale. Il Pecorino Romano quest’anno avrà un giro d’affari totale di 600 milioni di euro, non possiamo permetterci di non garantire un futuro ad allevatori, trasformatori e alla stessa economia dell’isola”. Lo dice il presidente del Consorzio di tutela del Pecorino Romano DOP, Gianni Maoddi.
La situazione è drammatica per l’intera filiera, per i trasformatori che vedono raddoppiati i costi di produzione e quadruplicate le bollette, e per gli allevatori che devono vedersela con i costi in continuo aumento di gasolio, mangimi e concimi. Perciò Maoddi lancia ancora l’Sos alla politica: i caseifici sono grandi consumatori di energia, basta pensare agli impianti frigorifero e di trasformazione del latte, ma non ricevono contributi o sgravi come le imprese classificate come energivore. E allora “bisogna riportare i prezzi dell’energia sotto controllo e scongiurare una crisi senza precedenti, accelerando sulle rinnovabili, semplificando le procedure burocratiche per l’accesso all’agrifotovoltaico favorendo gli allacci dei nuovi impianti alla rete. Questa – sottolinea ancora Maoddi del Consorzio del Pecorino Romano – è l’emergenza delle emergenze: per le imprese, per le famiglie, per tutti, e credo debba essere l’assoluta priorità del nuovo governo e il più importante impegno per i nostri parlamentari. Poiché non si può incidere sui prezzi del mercato, servono aiuti concreti alle aziende, per esempio rimborsi dei costi di trasporto e compensazioni dei costi di produzione delle materie prime usate per il sostentamento del bestiame”.
Subito politiche per il ricambio generazionale – Altro tema che il presidente del Consorzio chiede di affrontare immediatamente, con in prima linea il neo ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, è quello del ricambio generazionale nelle aziende del comparto. Servono giovani, serve manodopera, serve incentivare i ragazzi, motivarli a restare per portare avanti realtà che altrimenti rischiano davvero di finire fra qualche anno. “Aiutare i giovani a restare negli allevamenti è poi anche una efficace politica anti spopolamento. Aiutarli a restare, far capire loro che possono vivere, formare una famiglia nella terra dove sono nati senza dover cercare fortuna altrove, è fondamentale per frenare lo spopolamento e garantire il necessario ricambio al comparto, dando allo stesso tempo un prezioso e insostituibile servizio di presidio ambientale al territorio. Solo così il Pecorino Romano potrà continuare ad avere un ruolo fondamentale nell’economia regionale, restando ambasciatore delle tradizioni della Sardegna nel mondo”, conclude Maoddi.
I numeri del comparto – Il Pecorino Romano è il formaggio di latte di pecora DOP più importante sia in termini quantitativi che di valore generato, viene prodotto per il 94% in Sardegna e per il restante 6% fra Lazio e Provincia di Grosseto. Nel sistema delle DOP rappresenta il 52% dei formaggi ovini in Europa e l’80% in Italia. Il suo sistema produttivo coinvolge 12.000 aziende zootecniche, circa 25.000 addetti complessivi e 40 caseifici produttori. Il valore annuale al commercio è attualmente di 600 milioni di euro: nell’ultima campagna sono stati lavorati oltre 190 milioni di litri di latte per 32.600 tonnellate di prodotto, ovvero 1 milione e 170mila forme sul mercato.