ROMA – L’analisi di BMTI realizzata in occasione del World Pasta Day rileva un mercato del grano duro caratterizzato da prezzi che superano i 500 €/t e che, seppur inferiori ai picchi raggiunti durante la scorsa annata, rimangono su livelli storicamente elevati (+57% rispetto alla media degli ultimi 5 anni). Tuttavia, al di là delle criticità connesse a tali aumenti, e alle difficoltà per le aziende legate all’incremento dei costi di produzione, le vendite di pasta dell’Italia confermano l’ottima performance sui mercati internazionali.
Nei primi sette mesi del 2022, infatti, le esportazioni di pasta di semola sono cresciute del +9% in quantità e del +43% in volume, rispetto a un anno fa (elaborazioni su dati Istat), con risultati positivi in tutti i principali mercati di sbocco. In particolare, sono aumentati del +12% i volumi spediti in Germania, che resta il primo cliente di pasta Made in Italy, del +16% quelli diretti in Regno Unito e del +14% quelli inviati negli Stati Uniti, questi ultimi agevolati anche dal rafforzamento del dollaro nei confronti dell’euro.
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