Aviaria. Confagricoltura Verona, sacrifici necessari per evitare una nuova epidemia

VERONA – Sì alle nuove restrizioni, se possono servire a evitare una nuova epidemia aviaria. Le aziende avicole di Confagricoltura Verona accettano le nuove disposizioni, con l’istituzione di una Zur (zona di ulteriore restrizione) e il divieto dell’accasamento di tacchini da carne fino al 6 novembre, seguita ai quattro casi di aviaria che si sono verificati a Ronco all’Adige e nelle province di Treviso, Brescia e Ferrara.

“Siamo usciti da un’epidemia durissima, che ha interrotto per un anno la filiera facendo pagare uno scotto altissimo agli allevatori in termini di costi e mancati introiti – sottolinea Diego Zoccante, presidente della sezione di prodotto Allevamenti avicoli di Confagricoltura Verona -. Non vogliamo precipitare di nuovo in quel tunnel dell’aviaria, perché per molte aziende sarebbe la fine. Perciò paghiamo volentieri lo scotto di 15 giorni di divieto di accasamenti e di controlli più stringenti pur di evitare nuove positività al virus. Di fatto la Zur, questa volta, è più piccola rispetto a quella del 18 dicembre 2021, in quanto passa al di sotto dell’autostrada escludendo la Lessinia e le zone a Nord. Per quanto riguarda gli allevamenti, osserviamo scrupolosamente tutti i protocolli relativi alla sicurezza e alle disinfezioni, che sono stati rafforzati già con la scorsa ondata del virus. L’auspicio, però, è che si arrivi al più presto al vaccino, una vera arma per affrontare e prevenire il virus”.

 

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