ROMA – “Ancora silenzio su stabilizzazione e assunzione del personale precario del CREA”.
A evidenziarlo è una nota stampa del coordinamento precari Crea, che da tempo attendo di essere stabilizzati: “Si tratta di oltre 100 fra ricercatori, tecnologi, amministrativi e operai agricoli, che a vario titolo ogni giorno concorrono a rendere il Crea un’eccellenza della ricerca italiana, in quanto lavorano costantemente per trovare soluzioni alle sfide, che un mondo in continua trasformazione ci impone – spiegano -. Le stabilizzazioni, per cui sono stati stanziati 8 milioni di euro (5 milioni nella finanziaria 2021 e 3 nella successiva del 2022), erano già previste nel piano del fabbisogno 2022-2024 e avrebbero dovuto essere espletate a settembre 2022, ma durante le ultime riunioni sindacali è stato comunicato dai vertici del CREA che non verranno effettuate.
Tra l’altro le stabilizzazioni 2022 erano previste soltanto per 20 unità di personale, nonostante il CREA dal 2019 – anno dell’attuazione delle legge Madia per i primi 403 stabilizzandi – abbia continuato a implementare le file (e stia ancora implementano) del precariato, creandone di nuovo. I fondi stanziati fra il 2021 e il 2022, inoltre, sono stati vincolati per legge alla stabilizzazione dei precari del CREA, dal momento che fanno sempre riferimento all’art 673 della legge di bilancio n. 205/2017.
Ma se non sono stati usati per stabilizzare, che fine hanno fatto? Sono stati restituiti al Mipaaf, oggi MASAF? In aggiunta, l’ente ha sempre sostenuto di non poter assumere gli operai agricoli con la qualifica di operatori tecnici, ma attualmente sono in corso di svolgimento ben 13 concorsi pubblici per operatori tecnici (a fronte dei 70 operai storici con un’anzianità di servizio superiore a 20 anni), in grado di svolgere, secondo quanto indicato dal bando, specifiche mansioni, caratteristiche però degli operai agricoli e non di un generico operatore tecnico.
Se gli operai non possono essere assunti come operatori perché in alcuni casi, invece, si sta facendo? E perché non è prevista la stessa opportunità e posizione contrattuale anche per tutti gli altri? Negli ultimi due anni, di fatto, nonostante l’ente fosse in condizione di farlo, non si è proceduto né alle assunzioni degli operai agricoli, né tantomeno alla stabilizzazione del personale precario” concludono i Precari Crea.