ROMA – Il Question Time alla Camera del ministro dell’agricoltura e sovranità alimentare Francesco Lollobrigida alla Camera sull’attuazione delle misure del Pnrr volte a incrementare l’efficienza energetica del settore agricolo, sulle iniziative volte a salvaguardare la cultura alimentare italiana con particolare riguardo alla necessità di scongiurare la produzione e commercializzazione della carne ‘sintetica’, sulle iniziative in particolare in sede europea per un sistema di etichettatura dei prodotti alimentari idoneo a tutelare la salute dei consumatori e il settore agroalimentare nazionale e sulle iniziative per l’urgente ricostituzione del Comitato tecnico faunistico-venatorio nazionale anche in relazione all’emergenza dovuta alla proliferazione dei cinghiali.
Interrogazione a risposta immediata sull’attuazione delle misure del Pnrr volte a incrementare l’efficienza energetica del settore agricolo
Ringrazio l’interrogante per le questioni che mi ha sottoposto, poiché mi dà la possibilità di esprimere il mio convincimento sulla necessità di intervenire sulle misure previste dal PNRR in relazione agli interventi volti a migliorare l’efficienza energetica del settore agricolo. L’obiettivo è aumentare la quota di produzione energetica da parte degli operatori del settore agricolo, in primo luogo estendendo la platea dei beneficiari della misura, ad esempio prevedendo tra questi anche gli Istituti agrari, attualmente esclusi. Occorre, poi, affrontare il tema dei limiti imposti dalla normativa europea sugli aiuti di Stato in agricoltura in relazione al dimensionamento degli impianti, che attualmente non può superare il fabbisogno energetico aziendale (cd. vincolo di autoconsumo), nonché intervenire sulle difficoltà di accesso al credito, coinvolgendo soggetti di garanzia pubblica (Ismea o Medio Credito Centrale). Gli interventi che abbiamo in programma potrebbero consentire di raggiungere percentuali di adesione superiori a quelle già registrate dal GSE in relazione al primo bando (chiuso il 27 ottobre) ponendo il nostro Paese in una posizione di assoluto rilievo sul fronte dell’efficientamento energetico. V’è poi, come da Lei ricordato, un problema di governance: e numerose sono le misure destinate alle aziende e agli attori del comparto agricolo, ma le competenze sono ripartite tra diversi Ministeri. Per garantire un’efficace e pronta attuazione delle misure del PNRR è necessario procedere in stretta e proficua collaborazione con i vari Ministeri. Il Comitato tecnico consultivo per i biocarburanti di cui all’articolo 39, comma 11, del decreto legislativo n. 199 del 2021, che dà attuazione alla Direttiva (UE) 2018/2001 sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, potrebbe costituire l’idonea sede di coordinamento tra i vari Ministeri al fine di definire le sinergie per l’attuazione delle misure di competenza dei dicasteri. Detto Comitato è, infatti, costituito da rappresentanti del Ministero dell’economia, del Ministero delle imprese e del made in Italy, del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, e svolge, tra le sue funzioni, anche quella di raccogliere le istanze provenienti dai vari soggetti interessati alle filiere, al fine di meglio rispondere alle varie esigenze del mondo produttivo, anche agricolo. È, inoltre, opportuno che al confronto tecnico possano prendere parte anche le Associazioni di rappresentanza del mondo agricolo ed energetico e, per questo, sarà mia cura promuovere una cabina di regia tra le Amministrazioni impegnate nell’attuazione del PNRR, e le associazioni rappresentative. Per concludere, sarà mia cura un contributo interfacciarmi sin da subito con il MASE e gli altri Ministeri coinvolti al fine di farmi portavoce delle istanze del mondo agricolo e agroindustria che sono di mia competenza.
Interrogazione a risposta immediata sulle iniziative volte a salvaguardare la cultura alimentare italiana, con particolare riguardo alla necessità di scongiurare la produzione e commercializzazione della carne ‘sintetica’
Come ho già avuto modo di rappresentare in altra sede istituzionale, puntualizziamo che il Governo è fermamente contrario al cibo artificiale, sintetizzato in laboratorio. Come Ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste è mia ferma intenzione quella di contrastare in ogni sede questo tipo di produzioni che rischia di spezzare il legame millenario tra agricoltura e cibo. Ritengo che il cibo sintetico rappresenti un mezzo pericoloso per distruggere ogni legame del cibo con la produzione agricola, con i diversi territori, cancellando ogni distinzione culturale, spesso millenaria, nell’alimentazione umana e proponendo un’unica dieta omologata, con gravissime ricadute sociali sui piccoli agricoltori. Il nostro Paese sarà in prima linea per difendere il cibo naturale, che è uno dei punti di forza del Made in Italy. Quest’anno secondo le previsioni del Ministero raggiungeremo la soglia record di esportazioni di oltre 60 miliardi di euro. Un valore che dobbiamo proteggere e rafforzare da tutti i tentativi di omologazione, di cui il cibo sintetico rappresenta l’apice e la forma più estrema. La nostra contrarietà è dal punto di vista ambientale, tenuto conto degli impatti negativi e delle forti emissioni prodotte dai bioreattori; dal punto di vista sociale, visto che rischiamo di desertificare la produttività dei nostri territori dove allevamenti e imprese agricole rappresentano la prima forma di presidio e di custodia del territorio anche rispetto al dissesto idrogeologico una delle criticità di questo tempo; dal punto di vista sanitario, visto che non esistono studi consolidati sugli effetti del cibo sintetico sulla salute. Confermo quindi il mio personale impegno nel ribadire in ogni sede questa posizione. In questi giorni infatti si sta discutendo della posizione dell’Europa relativamente al finanziamento delle aziende con soldi degli europei che sviluppano il cibo sintetico; proprio in quella sede l’Italia sta manifestando la sua ferma opposizione all’immissione sul mercato di un prodotto che ho difficolta a definire “latte” o “carne”, poiché attribuisco un valore qualitativo alla produzione degli alimenti, che non è solamente un asettico processo di riproduzione cellulare. In centinaia di Comuni italiani e in diverse Regioni, dalla Campania alle Marche, si sono già svolte discussioni su questo tema, che hanno portato in alcuni casi all’approvazione di ordini del giorno che esprimono la nostra stessa contrarietà alla diffusione del cibo sintetico e impegnano ad adottare e in modo trasversale le forze politiche ogni misura per opporsi a tale deriva. Concludo: con questa scelta si difende l’ambiente, la salute, la produzione di qualità e molto altro che vorrei sintetizzare nella difesa della nostra Civiltà dai nuovi barbari che agiscono in nome di una cultura che non ha nulla a che fare con il progresso e che rischiano di cancellare la nostra tradizione e il nostro modello di sviluppo.
Interrogazione a risposta immediata sulle iniziative, in particolare in sede europea, per un sistema di etichettatura dei prodotti alimentari idoneo a tutelare la salute dei consumatori e il settore agroalimentare nazionale
La tematica evidenziata dall’Onorevole interrogante riveste una rilevanza strategica per il sistema agricolo e agroalimentare italiano. L’applicazione del Nutriscore produrrebbe effetti discriminatori verso le eccellenze alimentari, condizionando i consumatori e indirizzandoli, come molte multinazionali auspicano, verso dinamiche di mercato in aperto contrasto con i criteri che hanno permesso di iscrivere la Dieta mediterranea nella Lista del patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO. Basti pensare che sarebbero qualificati come insalubri prodotti di assoluta eccellenza, come il parmigiano. A tal fine, in occasione della mia partecipazione alla riunione AGRIFISH del Consiglio dell’Unione europea del 21 novembre scorso ho voluto trattare il tema proprio per esprimere la nostra contrarietà al Nutriscore. Al Commissario europeo all’Agricoltura e ai miei omologhi di Spagna, Austria, Polonia e Francia ho esplicitato che la nostra contrarietà era ferma ed era sostenuta dall’intero Parlamento italiano all’unanimità. Ho chiesto, inoltre, di costruire un percorso insieme per valutare su questa nostra richiesta e su altre proposte comuni una strategia a difesa dei prodotti di qualità e del modello agricolo europeo che rappresenta a livello mondiale un modello di eccellenza per la produzione e anche per la sostenibilità. Essere contrari al Nutriscore non significa certamente essere contrari ad informare il consumatore. È per questo che vogliamo contribuire a proporre uno strumento che garantisca una informazione altrettanto rapida ma ben più completa riguardo ai singoli prodotti, al loro modello produttivo e la loro qualità reale Lo strumento che proporremo, lungi dal favorire alcuni modelli o addirittura alcune aziende, sarà, dunque, più chiaro e approfondito per il consumatore, e consentirà di compiere una scelta consapevole. È l’obiettivo di questi strumenti. Difenderemo in Europa la visione strategica italiana e lavoreremo per costruire un’Europa più forte e in grado di favorire i prodotti di qualità, che costituiscono il pilastro fondamentale della nostra economia e della nostra cultura.
Interrogazione a risposta immediata sulle iniziative per l’urgente ricostituzione del Comitato tecnico faunistico-venatorio nazionale, anche in relazione all’emergenza dovuta alla proliferazione dei cinghiali
Prima di entrare nello specifico quesito posto dall’interrogante, ritengo opportuno ricordare a tutti noi che siamo di fronte ad una innegabile emergenza sanitaria, che causa enormi danni all’incolumità pubblica, al sistema sanitario e enormi danni alle attività economiche soprattutto nelle aree rurali. Il nostro Paese è invaso da un numero di cinghiali che lei ha sottolineato essere di più di due milioni. Non esistono cifre precise sulla popolazione dei cinghiali. Oltre ai continui episodi di danneggiamento delle culture e delle infrastrutture agricole, vi è il rischio che, per l’accertata presenza di animali infetti, si debbano adottare misure sanitarie di contenimento delle infezioni che prevedano l’abbattimento dei suini presenti nel raggio di diversi chilometri con rilevante pregiudizio per la filiera agroalimentare e per l’occupazione in un settore strategico del Made in Italy. Occorre modificare l’art. 19 della legge 157/1992 prevedendo la semplificazione delle procedure per l’adozione dei piani di abbattimento approvati dalle regioni, e adottando disposizioni per l’attuazione dei piani in maniera rapida ed efficace. Su questo tema abbiamo avuto contatti con ISPRA e il Ministro dell’Ambiente e abbiamo organizzato una cabina di confronto tecnica per arrivare alla proposta di modifica normativa. Riguardo allo specifico quesito posto dall’interrogante ricordo che, ai sensi della legge n. 157 del 1992, il Comitato tecnico faunistico venatorio nazionale rappresenta l’organo tecnico consultivo. Ricorderà che questo organismo fu soppresso nell’ambito della Spending review nel 2012, nove anni fa e l’emergenza dei cinghiali da allora è andata ad aumentare, anche se non sono queste le esclusive competenze del comitato. Riteniamo che le misure di contenimento degli ungulati debbano essere costantemente aggiornate e ridefinite a seconda dei dati forniti dal monitoraggio dell’entità della popolazione e dello spostamento della stessa sul territorio nazionale al fine di renderla omogenea e non pregiudicare come la direttiva habitat prevede le attività umane. A tal fine, come affermato dagli onorevoli interroganti, il Comitato tecnico faunistico venatorio nazionale potrebbe tornare ad essere un utile presidio per la definizione delle misure di contenimento. È mia intenzione intervenire con una proposta di legge, in sede di collegato alla legge di bilancio, che – al pari di quanto avvenuto per altri organismi collegiali operanti in altri settori altrettanto strategici – consenta di ricostituire il predetto Comitato tecnico. Auspichiamo che in fase di bilancio ci sia il sostegno delle forze politiche che hanno il nostro stesso obiettivo.