MILANO – “Appoggio pienamente le parole che il ministro all’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha speso durante un’interrogazione sui cinghiali: ‘Occorre modificare l’art. 19 della legge 157/1992 prevedendo la semplificazione delle procedure per l’adozione dei piani di abbattimento approvati dalle regioni e adottando disposizioni per l’attuazione dei piani in maniera rapida ed efficace’.
Parole chiare, che il territorio aspettava da anni e che sono arrivate dal Governo Meloni. Come consigliere regionale della Lombardia eletto nella Bergamasca, conosco la realtà del mio territorio e me ne sono occupato in prima persona durante tutta la legislatura. Gli ungulati stanno mettendo a rischio la tenuta delle aziende agricole: fieno calpestato e qualità compromessa, semine distrutte, frutti mangiati, terreni calpestati dove non cresce più niente, piantine sradicate, radici divelte. Per non parlare, più in generale, dell’ecosistema del nostro bellissimo territorio che viene compromesso.
Negli ultimi anni Regione Lombardia ha fatto tanto: abbiamo introdotto la possibilità per gli agricoltori provvisti di licenza di intervenire direttamente, abbiamo introdotto la caccia di selezione al cinghiale tutto l’anno anche con visore notturno, abbiamo dato l’ok al posizionamento di piccole quantità di cibo per attrarre il cinghiale. Abbiamo fatto tutto ciò che consente la norma nazionale, eppure ancora non è abbastanza: è proprio per questo che le parole del ministro sono importanti.
Non solo. Ai danni causati dai cinghiali vanno affiancati anche quelli degli altri animali invasivi, tra cui le nutrie. Anche per questi animali, che stanno distruggendo il territorio, andrebbe fatta una seria riflessione anche a livello nazionale”. Lo dichiara Paolo Franco, consigliere regionale della Lombardia.