BOLOGNA – “I produttori agricoli del Paese, da tempo impegnati in prima linea per assicurare la sostenibilità delle produzioni, esprimono grandissima preoccupazione per le possibili ricadute del progetto di Regolamento comunitario sugli usi sostenibili dei prodotti fitosanitari, che come noto obbligherebbe l’Italia a ridurre del 62% l’utilizzo degli agrofarmaci entro il 2030 e che, a nostro avviso, parte dalla fine senza spiegare come si intenda arrivarci”. Lo ha sottolineato il presidente della Copagri Tommaso Battista, intervenendo alla Tavola rotonda “La strategia verde europea di fronte ai nuovi assetti geopolitici”, svoltasi nell’ambito del convegno nazionale di Compag.
“Parliamo di un intervento che richiederebbe una seria e approfondita valutazione d’impatto delle ricadute economiche e socio-ambientali e che soprattutto ci mette davanti alla evidente necessità di mettere a disposizione degli agricoltori delle valide alternative e degli strumenti adeguati per difendere le produzioni agroalimentari; in caso contrario, una simile iniziativa avrebbe drammatiche ripercussioni sul Primario, andando a ridimensionare sensibilmente diverse filiere produttive”, ha osservato il presidente.
“Penso, ad esempio, alle enormi possibilità legate all’utilizzo della genetica e di tutto quello che ne consegue con il genome editing, ovvero le Tecniche di Evoluzione Assistita-TEA, che potrebbero avere un impatto incredibile sulle possibilità di difesa dai patogeni e dai parassiti, con positive ripercussioni in termini di capacità produttiva; indipendentemente dalle sorti del progetto di Regolamento UE, si andrà comunque verso una progressiva diminuzione nel consumo di prodotti fitosanitari attraverso la genetica, grazie allo sviluppo di biostimolanti, con metodi di lotta biologica tramite antagonisti naturali, ma anche grazie al sempre maggiore ricorso all’agricoltura di precisione”, ha spiegato Battista.
“Diventa quindi fondamentale riaprire quanto prima il dibattito sulle sperimentazioni in campo, ragionando al contempo su possibili collaborazioni dirette tra il pubblico e il privato che possano garantire all’agricoltura una innovazione trasparente senza il vincolo dei limiti economici; voglio ribadire, infatti, che a nostro avviso senza il miglioramento genetico sarà impensabile raggiungere la tanto decantata rivoluzione green o produrre utilizzando minori quantità di carburanti, fertilizzanti e agrofarmaci, andando al contempo a coniugare la sostenibilità ambientale con quella economica”, ha concluso il presidente della Copagri.