CAGLIARI – Nasce l’agnello equo solidale che paga il giusto prezzo ai pastori. Si tratta del primo accordo di filiera nazionale sul rispetto della legge sulle pratiche sleali.
Questa mattina a Macomer nella sede del Consorzio di Tutela dell’agnello Igp di Sardegna è stato sottoscritto un Protocollo di Intesa storico tra i padroni di casa, i Fratelli Ibba srl – Abbi group, Coldiretti Sardegna, Fdai (firmato dagli agricoltori italiani) e Stc Carni.
Secondo il Protocollo di intesa, il prezzo dell’agnello di Sardegna Igp non potrà essere pagato sotto i costi di produzione stabiliti da Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), in 5,62 euro (compreso Iva).
PRATICHE SLEALI
Dal 15 dicembre 2021 è entrato in vigore in Italia il Decreto Legislativo n. 198 dell’8 novembre 2021 relativo alle pratiche sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare, fortemente voluto dalla Coldiretti. Questo decreto attua in Italia – dopo due anni e mezzo – la Direttiva Ue n. 2019/633 del 30 novembre 2021, sulle pratiche sleali.
Al fine di garantire una maggiore tutela per gli operatori del settore agricolo e alimentare, sono state da un lato tipizzate una serie di pratiche commerciali vietate nei rapporti cosiddetti “business to business” e, dall’altro, sono state definite le corrette pratiche commerciali secondo principi di buona fede, trasparenza, correttezza, proporzionalità e reciproca corrispettività delle prestazioni, da prevedere e formalizzare in appositi atti e documenti scritti tra le parti coinvolte secondo quanto meglio precisato all’art. 3 del D.lgs. 198/2021.
COSTI DI PRODUZIONE
Si prendono come riferimento quelli ufficiali di Ismea che, sulla base della vigente normativa, ha avviato il monitoraggio dei costi di produzione dei prodotti agricoli e zootecnici.
“La base di partenza delle elaborazioni – spiega Ismea – è rappresentata dai dati raccolti mediante intervista diretta su un campione di aziende localizzate in Sardegna che allevano pecore di razza Sarda, che conferiscono latte ai caseifici e che aderiscono al sistema di certificazione IGP per quanto riguarda la produzione degli agnelli. Nella media del campione analizzato la ripartizione dei ricavi è pari a 77% per la quota latte e 23% per la quota carne; mentre una quota trascurabile dei ricavi è attribuibile alla vendita di animali a fine carriera, lana e prodotti vegetali in esubero rispetto ai reimpieghi in azienda”.
“Nel 2022 – scrive Ismea nel report pubblicato la scorsa settimana – il costo di produzione dell’agnello (esclusi ammortamenti e interessi sul capitale) è risultato mediamente pari a 5,11 €/kg peso vivo al netto di IVA, evidenziando un incremento del 10% rispetto a quanto si verificava un anno fa. L’aggravio dei costi è stato determinato non solo dalla spinta inflazionistica innescata dalla crisi energetica, ma anche dagli eccezionali andamenti climatici che hanno ridotto la disponibilità di foraggi innescando una forte spinta al rialzo dei prezzi per i prodotti da integrare nell’alimentazione delle pecore. La componente preponderante del costo di produzione dell’agnello è rappresentata dalla manodopera (inclusa quella familiare), con un’incidenza media del 43%. Le spese per l’alimentazione rappresentano invece oltre un quinto dei costi totali”.
PROTOCOLLO DI INTESA
“Un accordo storico perché finalmente il prezzo scaturisce da una equa contrattazione nel rispetto di tutte le componenti della filiera, a cominciare da chi produce in questo caso il pastore oggi tutelato ma che in passato ha sempre subito e non negoziato il prezzo di ciò che produce – afferma il presidente di Coldiretti e del Consorzio dell’agnello Igp di Sardegna Battista Cualbu -. La nuova norma, come voluto da Coldiretti, è uno strumento nato a tutela dell’anello debole della filiera. Adesso spetta a noi attuarlo e farlo rispettare fermando le speculazioni. Questa è la linea da seguire e da estendere a tutti i settori agricoli. Chi acquista un agnello Igp di Sardegna negli scaffali dei Fratelli Ibba sarà sicuro di portare a tavola un prodotto oltre che sardo al 100%, buono e genuino anche etico perché paga il giusto prezzo al pastore”.
“Quelle delle pratiche sleali è una grande e storica vittoria delle aziende agricole voluta da Coldiretti che non solo vieta alcune pratiche commerciali scorrete ma dall’altra favorisce anche accordi di filiera nel rispetto di tutti gli attori – afferma il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba -. Come Organizzazione mentre da un lato lavoravamo per avere la norma dall’altra abbiamo costruito degli accordi di filiera virtuosi, come quello che abbiamo siglato in Sardegna nel 2017 con il caseificio piemontese Biraghi che garantisce una equa remunerazione del latte ai pastori. Oggi, oltre ad avere dalla nostra la tutela della normativa, abbiamo trovato un altro serio interlocutore nei Fratelli Ibba che hanno capito l’importanza del prodotto locale ed etico riconoscendo il giusto prezzo, e comunque non sotto i costi di produzione, alla parte fondamentale della filiera, il produttore”.
“L’agnello Igp fa da apripista – sottolinea il direttore del Consorzio dell’agnello di Sardegna Igp Alessandro Mazzette -. Grazie a questo Protocollo di Intesa il pastore ha la garanzia che per tutta l’annata i suoi agnelli non saranno mai pagati sotto i costi di produzione, dunque il prezzo non potrà mai scendere sotto i 5,62 euro al kg (peso vivo) come stabilito da Ismea”.