ROMA – E’ on line il Report 2021 del CREA che documenta tutte le attività, gli studi e le iniziative condotte nel 2021 dal più importante ente di ricerca agroalimentare italiano, vigilato dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf).
“Nell’anno 2021 gli articoli pubblicati su riviste scientifiche, molte delle quali internazionali, sono più che raddoppiate rispetto all’anno 2020, passando da 634 a 1.412; le ricerche in corso sono circa 900, in crescita del 12% rispetto all’anno precedente. Inoltre, sono aumentati significativamente i dottorati di ricerca, gli assegni di ricerca e le borse di studio, passati dai 200 del 2020 ai 464 del 2021. Questi numeri posizionano saldamente il CREA al primo posto nella ricerca in ambito agroalimentare in Italia. Da sottolineare il fil rouge che accomuna studi tanto diversi tra loro, ma con l’obiettivo finale di creare la maggiore integrazione possibile tra ricerca di base e ricerca applicata nel settore agrozootecnico, forestale, degli alimenti e della nutrizione, della politica e dell’economia agraria. Un inestimabile capitale immateriale, dunque, che va sostenuto, perché rappresenta la vera linfa di un Ente che tanto ha dato e tanto più potrà dare al progresso del settore agroalimentare in Italia e nel Mondo”.
Così Carlo Gaudio, Presidente del CREA, in occasione della pubblicazione del CREA Report 2021.
CREA Report 2021
893 ricerche attive (+12% sul 2020), 1412 pubblicazioni (più del doppio rispetto alle 634 del 2020), di cui la maggior parte su riviste specializzate, e 464 tra dottorati e assegni di ricerca e borse di studio (raddoppiati rispetto ai 200 del 2020), spaziando in tutti i campi: dalla genomica, alla tecnologia meccanica ed elettronica, al miglioramento varietale tradizionale, alla modellistica predittiva per favorire la sostenibilità dell’attività agricola, riducendo i fitofarmaci e aumentando la resistenza delle piante a stress idrici e avversità, senza dimenticare la lotta ai parassiti delle piante, alieni e tradizionali. Non è un caso, infatti, se il CREA Difesa e Certificazione, Istituto Nazionale di riferimento per la protezione delle piante, ha avviato a fine 2021 la costruzione di un nuovo laboratorio nazionale di quarantena, che permetterà all’Italia di essere all’avanguardia nel mondo nella gestione dei rischi da specie dannose in agricoltura. E ancora: i centri del CREA hanno lavorato nel 2021 su una maggiore attenzione al benessere animale, sullo sviluppo di soluzioni specifiche per le tante agricolture italiane, sulla valorizzazione delle produzioni e delle risorse naturali, acqua e suolo in primis, sulle filiere minori e sul settore del legno e delle foreste.
Un’intensa attività, svolta nei circa 5000 ettari di terreni sperimentali, che ha prodotto 79 brevetti (quasi il doppio rispetto al 2020) e 693 privative vegetali e varietà iscritte nei registri nazionali, cui si somma l’enorme patrimonio di collezioni e banche dati: 132 (alcune costituite nel 2021), un unicum a livello mondiale – da ricordare in particolare le collezioni di germoplasma di importanza mondiale per la vite, l’olivo e la gran parte dei cereali.
Il supporto tecnico e scientifico fornito alle istituzioni e agli altri enti di ricerca è testimoniato dalla presenza in centinaia di tavoli tecnici e commissioni, in massima parte di livello nazionale e internazionale, con la produzione della relativa documentazione tecnica e programmatica, ma anche da partnership istituzionali, certificazioni, eventi divulgativi, per un totale di oltre 2000 iniziative. In tal direzione, fondamentale è stato il sostegno alle Regioni, al Masaf e al Governo nel suo complesso nella lunga e complessa fase di confronto con la Commissione europea per la definizione del Piano Strategico Nazionale, il documento cardine della nuova PAC.
Anche sul fronte dell’alimentazione e della nutrizione il CREA ha continuato a implementare nel 2021 rilevanti ricerche, che hanno contribuito a consolidare il modello nutrizionale italiano nel mondo. Si segnalano le Tabelle di Composizione degli Alimenti, banca dati alla base di ogni analisi in campo nutrizionale, che il CREA, erede della tradizione dell’INRAN, elabora da oltre 70 anni e il decisivo supporto scientifico al Governo italiano, nel confronto con la Commissione europea, sulla questione Nutriscore-NutrInform Battery per dimostrare quanto il sistema Nutriscore sia fallace e distorsivo per i consumatori.
Il report 2021 si arricchisce, infine, di dati sulle biblioteche scientifiche e storiche (28) e sulle infrastrutture scientifiche e tecnologiche (179), offrendo un quadro a tutto tondo della capacità di ricerca dell’ente: un immenso patrimonio artistico, librario e di dotazione scientifica che il CREA, erede di decine di istituti di ricerca che hanno segnato la storia scientifica di questo Paese, si impegna a conservare e valorizzare.
«Il CREA si conferma il motore della ricerca agroalimentare italiana – ha dichiarato Stefano Vaccari, Direttore Generale del CREA, che ha ideato e curato il volume -. Il significativo aumento delle attività rispetto all’anno precedente in tutti gli ambiti agroalimentari ed ambientali, è un motivo per fare ancora meglio. Alle centinaia di ricerche operative, il CREA affianca un’azione straordinaria di conservazione del germoplasma animale e vegetale: le collezioni del CREA sono tra le più rilevanti a livello mondiale e consentono ai genetisti di disporre di materiale per creare nuove varietà, più produttive e resistenti ai patogeni. L’immenso patrimonio di biodiversità custodito dal CREA è parte integrante della ricerca.
Pensato per una facile consultazione, sarà disponibile a breve sul sito del CREA in italiano ed inglese, e successivamente anche in cinese al seguente link.