ROMA – “Il regolamento di riforma degli alimenti a Indicazione geografica è a buon punto: entro marzo, aprile contiamo di incassare la posizione del Consiglio, per avviare i Triloghi con la Commissione entro l’estate e arrivare all’approvazione definitiva entro il 2023 sotto la presidenza di turno spagnola. Sarà una sorta di Testo unico sulla qualità, molto atteso dagli operatori e nell’interesse dei consumatori, che va ad aggiornare un sistema che in Italia vale circa 20 miliardi di euro”. Così Paolo De Castro, eurodeputato S&D e relatore del regolamento sulle Ig, oggi nella sede del Parlamento Ue a Roma alla XII edizione dell’annuale Comagri Report, alla presenza del ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida.
“Questo nuovo impianto normativo – ha spiegato De Castro – metterà ordine a un settore che a partire dagli anni Novanta ha visto aumentare notevolmente il numero dei prodotti con riconoscimento Dop, Igp e Stg, rendendo necessario un aggiornamento e una semplificazione delle procedure, mettendo i Consorzi di tutela nelle migliori condizioni per difendere le nostre eccellenze da evocazioni e tentativi di imitazione, purtroppo sempre più diffusi, come negli ultimi anni insegnano i casi Prosek e Aceto Balsamico”. Una posizione condivisa dal ministro Lollobrigida che ha osservato come in questa fase “il ruolo dell’Italia nell’Ue è sotto attacco, per problemi circoscritti e individuali, non solo per i casi di corruzione, ma anche per tutto ciò che riguarda la qualità, che va difesa a livello di Sistema Paese, evitando la standardizzazione dei prodotti e rendendo l’Italia più competitiva”.
Il Comagri Report è stata anche l’occasione per fare il punto su altre questioni qualificanti dei lavori in corso al Parlamento europeo. Con i contributi degli europarlamentari, Salvatore De Meo e Camilla Laureti, si è parlato di fitofarmaci, promozione, packaging, etichette nutrizionali, emissioni industriali. Sui fitofarmaci di sintesi chimica, che entro il 2030 dovranno essere ridotti in media del 50% (del 62% in Italia) la Commissione Ue ha accolto la richiesta del Parlamento di sottoporre la questione a una seconda valutazione d’impatto. Il che è probabile farà slittare il regolamento di riforma alla prossima legislatura, a partire dal 2024. Analogo destino per l’armonizzazione delle etichette nutrizionali e della battaglia portata avanti dall’Italia contro il sistema a semaforo ‘Nutriscore’.
Sul packaging, ha sottolineato De Castro, “si parla di spostare la destinazione dal riciclo al riuso delle confezioni: il problema sarà comunque continuare a garantire la sicurezza alimentare”. Mentre sulla proposta di abbattimento delle emissioni, lo stesso europarlamentare PD ha ribadito che “quelle degli allevamenti zootecnici non possono essere equiparate a quelle industriali e vanno regolamentate in modo diverso, perché le prime – come è dimostrato su basi scientifiche – si disperdono nell’aria nel giro di nove anni, le altre necessitano di un migliaio di anni”. Quanto alla promozione, De Meo, relatore del regolamento che interessa prodotti strategici come la carne e il vino, ha evidenziato invece il “disallineamento temporale con quello sulle Ig: materialmente non è ancora disponibile, speriamo che il Collegio dei commissari ce lo sottoponga con la pubblicazione all’inizio dell’anno nuovo”. Mentre Laureti ha osservato l’importanza del “Programma di educazione alimentare per frutta e latte nelle scuole, per il quale gli Stati membri per ora sono riusciti a spendere solo il 10% delle risorse finanziarie a disposizione”.
Tra i temi affrontati durante l’incontro, anche lo stato di applicazione della direttiva 633/2019 contro le pratiche commerciali sleali. “A giorni pubblicheremo i dettagli nella relazione annuale”, ha anticipato il Capo dipartimento dell’Icqrf, Felice Assenza. E poi il Piano strategico della Pac, la nuova Politica agricola comune, che entrerà in vigore nel 2023, e che Angelo Frascarelli, presidente dell’Ismea, ha definito “multi-obiettivo, con una disponibilità finanziaria per l’Italia di circa 7,3 miliardi l’anno”, fino al 2027. “Una Pac più selettiva che premia la produttività e la qualità – ha aggiunto – con una invarianza di fondi a prezzi correnti rispetto alla precedente programmazione”.