CAGLIARI – Troppe oscillazioni di prezzi per il mercato degli agnelli. Forte preoccupazione per i Pastori sardi che chiedono che sia garantito un prezzo equo delle produzioni di agnelli e capretti.
In pochi giorni, infatti, il prezzo è passato dai 5-6 euro al kg (picchi pre-natalizi), ai 3,5 euro al kg (iva compresa) di fine anno. Nel mirino la legge del 2021 di recepimento della direttiva europea in materia di pratiche commerciali sleali nell’ambito della filiera agroalimentare.
Ci rivolgiamo alla Regione Sardegna, in particolare all’assessore all’agricoltura Valeria Satta. Avevamo richiesto in tempi non sospetti – dicono i pastori ‘senza bandiera’ in una nota -, uno strumento alla Regione Sardegna che ci permettesse di garantire un prezzo equo delle nostre produzioni.
Dal 25 dicembre 2021 è entrato in vigore il Decreto legislativo 198/2021, che rappresenta la normativa italiana di recepimento della direttiva comunitaria 2019/633 in materia di pratiche commerciali sleali nell’ambito di filiera agro-alimentare, con le successive modifiche e integrazioni (legge 51/2022 con specifico riferimento ai prodotti agricoli e alimentari deperibili, ricomprendendo nell’insieme anche i prodotti a base di carne. In via generale questa legge avrebbe dovuto agevolare la vendita degli agnelli sardi (e Igp). Ma il problema principale – sottolineano i pastori – è nel fatto che pur essendoci la legge si è parlato di prezzi soltanto quando il prodotto andava già immesso nel mercato, mentre i produttori avrebbero dovuto già avere alla mano un calcolo del prezzo dell’agnello (e capretto), e di conseguenza il potere di contrattazione che gli spetta di diritto, ma questo non è accaduto.
L’articolo 7 della Legge ha l’obiettivo di vietare che si pongano in essere pratiche commerciali sleali per i produttori agricoli, come le aste elettroniche a doppio ribasso e le vendite a prezzi inferiori del 15% (ribasso comunque inaccettabile) ai costi medi di produzione elaborati da Ismea.
Visto e considerato che l’agnello e il capretto riescono a prendere prezzi dignitosi in pochi periodi, quest’anno più che mai, si è creato un forte disequilibrio nelle aste e vendite private, con oscillazioni di 1 euro anche nell’arco di poche ore, o peggio andate a vuote, e allo stesso tempo il prezzo pagato al pastore ha raggiunto picchi di 5-6 euro al kg, per poi ricadere a 3,5 euro al kg (compresa Iva) nel giro di pochissimi giorni.
Inoltre sta accadendo sempre più spesso che gli stessi non vengano ritirati dopo le contrattazioni, e c’è da considerare che il peso ammesso al mercato va dagli 8 kg al massimo di 12 kg, quando non vengono caricati, continuano ad alimentarsi dalla madre e quindi a prendere peso, per poi arrivare a una successiva contrattazione con un peso maggiore e un prezzo sempre più basso.
I produttori continuano ad essere schiavi del mercato, o meglio delle speculazioni messe in atto. Per di più, in queste ultime settimane, dopo il report trasmesso da Ismea riguardo il costo di produzione degli agnelli, il Consorzio Igp, insieme a Coldiretti, ha stipulato una convenzione con dei macellatori per un prezzo dell’agnello di 5,62 euro/kg, definendolo un ‘accordo storico’ e facendo ben sperare il mondo delle campagne: accordo manifestatosi poi come l’ennesima buffonata e propaganda a danno degli allevatori, con un ridottissimo numero di acquisti, e telefonate ai macellatori andate a vuoto – hanno precisato.
E’ importante – concludono i Pastori sardi – che la Regione si adoperi prendendo atto del problema e intraprendendo qualsiasi via che sia a tutela degli allevatori sardi e degli stessi consumatori, gli stessi hanno bisogno di chiarezza, l’agnello e il capretto sono prodotti che rappresentano la Sardegna, il nostro lavoro, e non devono subire queste manipolazioni.