BARI – Continua la discesa dei listini dei prezzi del grano duro pugliese sia ad Altamura che a Foggia che toccano i 490 euro a tonnellata, quando ad essere più penalizzati con i maggiori incrementi percentuali dei costi correnti sono le coltivazioni di cereali, a causa dell’esplosione della spesa di gasolio, concimi e sementi e il clima pazzo che ha messo a repentaglio le semine autunnali. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in riferimento alla nave Emerald, partita dal porto di Azov in Russia, arrivata al porto di Bari per scaricare grano.
A causa della siccità e dei costi di produzione in tilt, è crollata la raccolta del grano in Puglia nel 2022 con una diminuzione del 30% rispetto all’anno precedente, con la minor produzione che pesa sulle aziende cerealicole costrette ad affrontare rincari delle spese di produzione che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio, con incrementi medi dei costi correnti del 68% secondo elaborazioni Coldiretti su dati del Crea. Il taglio dei raccolti in alcune aree delle province di Bari e Foggia – sottolinea Coldiretti Puglia – rischia di far aumentare ulteriormente la dipendenza dall’estero per gli approvvigionamenti alimentari.
La Puglia è il principale produttore italiano di grano duro, con 360.000 ettari coltivati e 10milioni di quintali prodotti in media all’anno. La domanda di grano 100% Made in Italy si scontra con anni di disattenzione e di concorrenza sleale delle importazioni dall’estero, soprattutto da aree del pianeta che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale in vigore in Puglia ed in Italia, che nell’ultimo decennio – denuncia Coldiretti Puglia – hanno portato alla scomparsa di 1 campo su 5 con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati, con effetti dirompenti sull’economia, sull’occupazione e sull’ambiente.
Intanto, si registra il balzo dell’export della pasta pugliese nel mondo con un aumento delle vendite all’estero del 44% nei primi 6 mesi del 2022 – insiste Coldiretti Puglia – proprio sotto la spinta dell’allarme globale provocato dalla guerra in Ucraina sulla certezza e salubrità del cibo che ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza.Le migliori varietà di grano duro selezionate, da Emilio Lepido a Furio Camillo, da Marco Aurelio a Massimo Meridio fino al Panoramix e al grano Maiorca, sono coltivate dagli agricoltori sul territorio pugliese – aggiunge la Coldiretti regionale – che produce più di 1/4 di tutto il frumento duro italiano.
Gli acquisti di pasta fatta al 100% di grano made in Italy – sottolinea la Coldiretti Puglia – sono cresciuti ad un ritmo di quasi 2 volte e mezzo superiore a quello medio della pasta secca, mentre sul fronte delle esportazioni, si confermano – rende noto Coldiretti Puglia – le performance straordinarie dell’agroalimentare made in Puglia anche nei 9 mesi del 2022, con un balzo del 42,6% proprio della pasta.
Le superfici seminate – aggiunge Coldiretti Puglia – potrebbero raddoppiare con la produzione di grano che deve puntare sull’aggregazione, essere sostenuta da servizi adeguati e tendere ad una sempre più alta qualità, scommettendo esclusivamente su varietà pregiate, riconosciute ormai a livello mondiale. Con gli interventi straordinari decisi dalla Commissione Ue può essere garantita anche in Puglia la messa a coltura di oltre 100mila ettari lasciati incolti per la insufficiente redditività, per gli attacchi della fauna selvatica e a causa della siccità che va combattuta con investimenti strutturali per realizzare piccoli invasi che consentano di conservare e ridistribuire l’acqua per aumentare la produzione aggiuntiva di grano duro per la pasta, di tenero per fare il pane e di mais per gli allevamenti.
Occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali ma è necessario investire – aggiunge Coldiretti Puglia – per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità ma serve anche contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici.
Bisogna invertire la tendenza ed investire per rendere il Paese il più possibile autosufficiente per le risorse alimentari facendo tornare l’agricoltura centrale negli obiettivi nazionali ed europei, conclude Coldiretti nel sottolineare che nell’immediato occorre salvare le aziende agricole da una insostenibile crisi finanziaria per poi investire per aumentare produzione e le rese dei terreni.