ROMA – Il bilancio agricolo della UE va adeguato alla crescita reale dell’inflazione. Oltre all’impatto dell’aumento dei costi di produzione, le imprese agricole sono esposte alla perdita di potere d’acquisto dei trasferimenti diretti della PAC e si riducono gli incentivi a favore degli investimenti per la transizione ecologica e per la maggiore tutela delle risorse naturali. E’ la presa di posizione del presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, con riferimento alle dichiarazioni rilasciate dal commissario UE all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, di fronte alla Commissione Agricoltura dell’Europarlamento.
Il commissario ha evidenziato che non possono essere ignorati i problemi posti dalla “grande discrepanza tra i massimali di spesa decisi dalla UE per il periodo 2021-2027 e l’inflazione, che risulta nettamente superiore alle previsioni”.
“Ci auguriamo che le indicazioni del commissario si traducano prossimamente in una proposta formale dell’Esecutivo” – rileva Giansanti – anche perché, stando alle ultime previsioni della BCE solo nel 2025 il tasso d’inflazione tornerà attorno al 2 per cento”.
“Senza un adeguamento del bilancio agricolo all’inflazione reale, i trasferimenti e gli incentivi agli investimenti sono destinati a ridursi di oltre il 20% in termini reali”, conclude il presidente della Confagricoltura. E le imprese italiane sarebbero le più colpite, considerando che il tasso d’inflazione nel nostro Paese è più alto di quello registrato in Stati membri nostri diretti concorrenti, quali la Francia e la Spagna”.