BRUXELLES – Dall’intervento dell’Irlanda sulle etichette degli alcolici, alla normativa sui fitofarmaci, passando per un tema a lui caro, la riforma del sistema delle IG. Botta e risposta con l’eurodeputato Paolo De Castro, sull’attualità e il futuro dell’agricoltura europea.
“Innanzi tutto voglio partire dal caso “Irlanda” per quanto riguarda il sistema di etichettatura per le bevande alcoliche, incluso il vino. E’ un segnale purtroppo negativo che conferma da parte della Commissione Europea una rigidità per quanto riguarda dei punti che come Italia avevamo sollevato e che sembravano stati recepiti con la vicenda simile legata al Cancer Plan. Evidentemente non è così. Ho apprezzato l’intervento del nostro Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha invocato il WTO. Adesso è la strada da seguire, perchè si tratta di una distorsione dei mercati. Se anche in quella sede non ci saranno premesse di dialogo dovremo cominciare un percorso di comunicazione al consumatore che sia dalla parte del vino, prodotto culturale e non certo nocivo se consumato con la giusta moderazione”.
Una questione che preoccupa molto gli agricoltori italiani è la riforma sull’utilizzo dei fitofarmaci. Quali le prospettive.
“Abbiamo chiesto alla Commissione di presentare un piano alternativo all’utilizzo dei fitosanitari che sia sostenibile per agricoltori e agricoltura. Non si può dire “da domani basta”, senza dare una alternativa percorribile. Ci sono tante possibilità, a partire dalle Tea per esempio, o da pratiche alternative, ma è l’Unione che deve dare istruzioni ai Paesi membri su come poter ovviare a queste pratiche. A oggi sono fiducioso in un ripensamento delle modalità di applicazione di questa riforma”.
Da gennaio è entrata in vigore la nuova Pac, l’Italia si può dire soddisfatta?
“Come sempre ci sono degli aspetti migliori, altri meno immediati per il sistema agricolo di un Paese. In linea di massima abbiamo acciuffato in zona Cesarini alcuni elementi a nostro favore nel piano strategico nazionale. Sta entrando adesso la messa a regime dei piani strategici che tuttavia potranno essere modificati di anno in anno dai singoli Paesi, anche in virtù delle condizioni geopolitiche legate all’attualità”.
Per ultimo un argomento che la vede in prima linea come relatore della riforma, quella sul regolamento IG.
“Sono molto fiducioso che entro il semestre spagnolo possa andare in pubblicazione sulla Gazzetta il regolamento di riforma degli alimenti a Indicazione geografica. Entro aprile al massimo contiamo di incassare la posizione del Consiglio, per avviare i Triloghi con la Commissione per poi quindi arrivare all’approvazione definitiva entro il 2023. Sarà una sorta di Testo unico sulla qualità, molto atteso dagli operatori e nell’interesse dei consumatori, che va ad aggiornare un sistema che in Italia vale circa 20 miliardi di euro”.