CAGLIARI – La situazione delle produzioni e della vendita del carciofo spinoso Sardo che ha al suo attivo anche una importante DOP, lancia il grido di sofferenza, per il serio e concreto rischio del tracollo dell’intera filiera del carciofo spinoso Sardo.
Oggi a causa di una serie di concause, che vanno dalla stagionalità a clima mite, ai maggiori costi sui trasporti, sugli imballaggi, produrre carciofo spinoso sardo non è più conveniente, quest’anno al produttore restano poco meno di 8/15 centesimi a capolino a cui vanno detratte le spese di coltivazione, irrigazione e raccolta, praticamente il guadagno non esiste, anzi in moltissimi casi, afferma Tore Piana Presidente del Centro Studi Agricoli, associazione molto attiva nel campo agricolo, il produttore ha una perdita secca di oltre 2.000 euro per Ettaro, una situazione, continua Piana, che non può assolutamente reggere. Servono misure di aiuto regionali urgenti e come Centro studi Agricoli chiediamo un tavoli di filiera in Assessorato all’Agricoltura per fare il punto della drammatica situazione.
Oggi il carciofo spinoso Sardo occupa una superficie di poco più di 10.000 Ettari, solo 15 anni fa erano oltre 20.000 e se continua così fra 10 anni la cultivar sparirà dalla Sardegna perché nessuna vorrà più produrre. Infatti le produzioni in questi ultimi anni stanno orientandosi verso altre cultivar che producono molti più capolini ad ettaro di superficie. Oggi la cultivar Spinoso Sardo ha in essere una importante DOP che ha bisogno di essere incentivata ed aiutata da parte della Regione, per poter estendere i mercati che a oggi sono esclusivamente quelli di Torino, Milano e Genova afferma Tore Piana. Oggi vi è l’urgente necessità di inserire nella finanziaria regionale in discussione un aiuto al comparto delle produzioni del carciofo, conclude Tore Piana