BARI – Le lungaggini della burocrazia e i rapporti farraginosi con la pubblica amministrazione pesano sulle oltre 191mila aziende agricole della Puglia per 1,4 miliardi di euro all’anno.
Il dato proviene da una stima di Confagricoltura Puglia. Le aziende agricole pugliesi dunque spenderebbero 7400 euro l’anno di media in ore sottratte ad altri adempimenti, code agli sportelli, periodi di inattività dettati dai ritardi con cui la Pubblica amministrazione rilascia le autorizzazioni. L’importo si riferisce, ovviamente, a una media elaborata anche su dati Istat. E se nel caso di una piccola azienda familiare di pochi ettari si parla di qualche migliaia di euro in quello di grosse aziende agricole si può superare i 100mila euro.
“È una cifra enorme – sottolinea Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Puglia – che corrisponde a circa 0,7 punti di Pil e che si potrebbe ridurre drasticamente se, finalmente, un Governo mettesse mano allo snellimento della burocrazia e all’informatizzazione delle pratiche nel nostro Paese. Il problema è che presi uno a uno o nei convegni sono tutti d’accordo, mondo politico, associazioni persino i funzionari pubblici. Poi allo stato dei fatti niente cambia realmente e gli imprenditori agricoli si trovano a dover combattere con lungaggini e complicazioni che fanno perdere tempo e come emerge dalla nostra stima, tanti tanti soldi che potrebbero essere impiegati in altro”.
Delle difficoltà di agire dell’imprenditore e delle lentezze e complicazioni per ottenere autorizzazioni e licenze si è parlato durante un recente convegno INU “Temi del Governo e del Territorio pugliese”. “Ovviamente – prosegue – i problemi con la burocrazia non li hanno solo gli imprenditori agricoli. Durante i lavori del convegno, come Confagricoltura Puglia abbiamo fatto emergere che la fuga dei giovani dalla nostra regione e l’eccessiva burocrazia, che a dire il vero colpisce tutto il Paese, sono due grandi problemi da affrontare a breve senza far prevalere le divisioni politiche. In una regione agricola importante come la nostra, “meno burocrazia” apre la possibilità a nuovi investimenti importanti e meno ragazzi che vanno all’estero per coronare i loro sogni di impresa”.