BERGAMO – “Siamo sempre più immersi nella sfida digitale, dove l’innovazione farà la differenza nei sistemi di monitoraggio, controllo ed elaborazione dati in molti campi dell’agricoltura, ma con stupore notiamo che in molte Regioni italiane, a partire dalla Lombardia, culla dell’agricoltura ad alto valore aggiunto orientata all’export, non sono previsti nei Programmi di sviluppo rurale adeguate misure di sostegno del precision farming. Ci auguriamo che quanto prima la Pubblica Amministrazione intervenga con un maggiore coordinamento dei territori e con un’attenzione verso l’agricoltura di precisione adeguata alle potenzialità di sviluppo”.
A lanciare l’allarme è Leonardo Bolis, presidente di Confai Lombardia, la prima realtà associativa in Italia su base regionale delle imprese di meccanizzazione agricola.
Solamente nove Regioni a livello nazionale (Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Liguria, Piemonte, Puglia, Toscana e Umbria) hanno previsto risorse specifiche per incentivare il passaggio verso l’agricoltura di precisione, con fondi che complessivamente toccano i 34 milioni di euro, appena lo 0,21% delle risorse finanziarie disponibili, pari a 6 miliardi, denuncia Confai Lombardia, sulla base di quanto scritto dal professor Michele Pisante, ordinario di Agronomia all’Università di Teramo, nell’editoriale di Terra è Vita di questa settimana.
“Siamo certi che Regione Lombardia, da sempre attenta grazie all’assessore Rolfi alle pratiche agricole sostenibili e virtuose per l’ambiente e i bilanci economici delle aziende – dichiara Sandro Cappellini, consulente organizzativo e alle Relazioni Istituzionali – saprà rimediare tempestivamente alla mancanza, restituendo così fiducia negli investimenti e favorendo quei comportamenti virtuosi che permettono un monitoraggio attento delle operazioni nei campi”.