BENEVENTO – “Mancanza di terzietà”. Questo il motivo contestato al presidente del Sannio Consorzio Tutela Vini, Libero Rillo, che ha portato tre organizzazioni di categoria del territorio a chiederne le dimissioni.
Il 27 gennaio 2023 è stato sancito un accordo tra Confagricoltura Benevento, nella persona del presidente Antonio Casazza; CIA Benevento, presidente Carmine Fusco; UNICAA Benevento, direttore Fabio Di Bellonia, che hanno concordato di chiedere, in maniera palese, le dimissioni di Libero Rillo da presidente del Sannio Consorzio Tutela Vini, per non aver saputo mantenere una condotta di terzietà imposta dal ruolo che ricopre, in seguito alla partnership sul sigillo antifrode sulle bottiglie di vino IGT, garanzia di origine e tracciabilità a tutela di produttori e consumatori, avviata con l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e Agroqualità.
Confagricoltura Benevento, CIA Benevento e UNICAA Benevento concordano nella scelta del sigillo antifrode come strumento utile per la viticoltura, ma criticano il fatto che il Presidente Rillo non abbia adempiuto al deliberato, che prevedeva solo un accordo con l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e Agroqualità, non includendo alcuna organizzazione.
Confagricoltura Benevento, CIA Benevento e UNICAA Benevento, in una nota congiunta, dichiarano:
“In un momento storico molto delicato della viticoltura beneventana, dopo una campagna assolutamente deludente per i viticoltori, aggravata dalle tante incertezze di mercato, anche alla luce della recente decisione UE sugli alert sanitari in etichetta, e dopo due anni di pandemia, che hanno martoriato l’apparato vitivinicolo del Sannio, siamo costretti a registrare una scarsa trasparenza da parte del Consorzio nel deliberare, in una pubblica assemblea, in merito ad una convenzione con l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Agroqualità e un’organizzazione sindacale.
Non è concepibile avere un Consorzio debole e, soprattutto, fazioso e di parte.
Il Consorzio è definito di tutela perché deve essere terzo nei confronti delle singole organizzazioni, con cui deve dialogare, senza assolutamente allinearsi e senza sottostare a indicazioni politiche o economiche di una di esse, ma individuare, insieme a tutte loro, un piano e un percorso da seguire.
In questo caso, invece, si è registrato un atto grave, di poca trasparenza, poca chiarezza e di totale assenza di concertazione.
L’errore commesso è stato subito riconosciuto dal presidente Rillo, a cui diamo il merito di aver fatto un ottimo esame di coscienza, ma il danno d’immagine per l’Ente è irrevocabile, per cui chiediamo le sue dimissioni”.