CAGLIARI – La cerealicoltura sarda può tirare un sospiro di sollievo, dalla finanziaria arrivano quasi 11 milioni di euro. Grazie ad un emendamento fortemente voluto da Coldiretti Sardegna si garantirà il premio per le aziende che producono grano duro ed hanno aderito ad un accordo di filiera.
I 10.800.000 euro arrivati grazie alla finanziaria approvata ieri che andranno a sommarsi ai fondi già stanziati, per un totale di 13.200.000 euro che consentiranno di recuperare le domande entrate in graduatoria ma non finanziate per mancanza di fondi delle precedenti annualità (fino al 2022) oltre a garantire il premio anche per le annualità 2023, 2024 e 2025.
“Un intervento che consentirà di liquidare le domande in graduatoria bloccate per assenza di fondi nonostante i cerealicoltori avessero adempiuto agli impegni richiesti– sostiene il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. Inoltre si sostiene un settore il cui valore, spesso sottovalutato, lo abbiamo capito tutti un anno fa. Non possiamo dimenticarci che appena 12 mesi fa eravamo tutti nel panico per il blocco del grano dalla Russia e dall’Ucraina mentre qui avevamo i campi incolti”.
La Sardegna vent’anni fa, nel 2004, coltivava a grano duro circa 100mila ettari di superficie (96710 ettari), oggi siamo a circa 31.800 mila, – 67 per cento (elaborazioni Coldiretti Sardegna sui dati del Censimento 2021), a fine ‘900 gli ettari coltivati erano 158.000 che collocavano la Sardegna al secondo posto in Italia dietro la Sicilia. Con il numero dei cerealicoltori crollato da oltre 12.400 nel 2000 a 4.284, – 65 per cento (Censimento 2021).
“Già prima dello scoppio della guerra in Ucraina abbiamo presentato in Regione insieme all’Anbi il progetto ri-coltiviamo la Sardegna che necessità di un contributo regionale di 20milioni di euro garantendo un contributo di 2mila euro/ettaro per coltivare 100mila ettari di terra strutturati per l’irrigazione ma oggi incolti – ricorda il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba –. Un progetto che guarda al futuro e che prevede anche gli accordi di filiera con gli allevatori per il consumo di mangimi made in Sardinia che potrebbero usufruire pure dei denari del Pnrr previsti proprio per gli accordi di filiera”.