ROMA – A pochi mesi dall’entrata in vigore della legge sull’health warning dell’Irlanda nelle etichette di vino ed alcolici (il governo irlandese auspica in tre mesi – LEGGI), siamo andati in un wine shop di Dublino (foto agricultura.it), per dare un’occhiata al reparto vini.
Ancora, non è cambiato ovviamente nulla, etichette senza proibizionismi come nel resto d’Europa. Ed anche fra i consumatori irlandesi, non sembra interessare più di tanto, al momento, la probabile novità normativa prevista dal governo.
Nel 2022 il vino italiano ha messo a segno il proprio record di export di vino, con 8 miliardi di euro di valore (+12%) ed il mercato irlandese, pur non essendo fra i principali mercati di punta, è in crescita grazie anche all’aumento dei consumi interni a scapito della tradizionale birra.
La quota europea dei vini importati in Irlanda è del 40,5%, mentre quella proveniente dal resto del mondo è del 59,5%.
Una bottiglia di vino su quattro degli scaffali irlandesi arriva dal Cile (25,8%); il primo paese europeo (e secondo assoluto) è la Spagna con 15,4%; quindi l’Australia con il 13,8%, seguono Francia 12% e Italia che vale il 10% delle importazioni.
Il Cile con il Santa Rita ed il Concha y Toro, occupa anche le prime due posizioni delle etichette più vendute in Irlanda nel 2020; la prima bottiglia europea è lo spagnolo Torres al nono posto, mentre non ci sono etichette italiane nei primi 20 posti delle bottiglie più acquistate in Eire.
E se l’etichetta “proibizionista” che sta cercando di introdurre il governo, sta facendo scalpore in Europa, non sono una novità le politiche irlandesi che tendono a limitare il consumo di alcol, per problemi interni di alcolismo. Dal gennaio 2022 è stato deciso di introdurre dei prezzi unitari minimi per le bevande alcoliche, ad un costo minimo di 10 centesimi per grammo. In pratica una bottiglia di vino non può costare sotto i 7 euro e 40 centesimi.
Cresce il consumo di vino nell’anno del Covid
II mercato deI vino irIandese differisce significativamente daI mercato UK. Le vendite attraverso i canali GDO e retail sono caratterizzate da una massiccia presenza di vini cileni il cui significativo trend di crescita ha determinato iI superamento anche deIIe ottime perfomance dei vini austraIiani (neI 2014 I’AustraIia rappresentava iI maggior paese esportatore in termini sia di voIumi che di vaIore di vendite).
Drinks Ireland Wine ed IBEC business association, di cui il primo fa parte ed al cui interno opera, rappresentano gli interessi delle società importatrici di vino sul territorio.
SoIitamente in agosto pubbIicano un report suI mercato deI vino che offre una panoramica deI mercato in IrIanda relativa all’anno precedente. Il Drinks Ireland Wine 2021 Wine Report registra quindi i dati relativi all’anno 2020. L’impatto deIIa pandemia da Covid 19 e i consequenziaIi Iockdown hanno generato vendite che hanno raggiunto Ia cifra record di 10 milioni di casse durante il 2020.
Normalmente l’82% del vino venduto in Irlanda e’ acquistato attraverso i canali GDO e retail.
Durante iI 2020 I’aumento deI 28% deIIe vendite aI dettagIio e’ stato principaImente dovuto aIIe chiusure deI settore hospitaIity.
Più in generale le vendite di vino sono cresciute del 12% e il consumo procapite e’ aumentato del 10%.
E’ stato caIcoIato che durante iI 2020 iI 95% di tutte Ie vendite di vino sia avvenuto attraverso canaIi retaiI e onIine. Riguardo aIIe quote di mercato, iI vino guadagna un 5 % deI mercato degIi aIcoIici compIessivamente considerato
portando la propria quota al 32%.
Quanto sopra e’ accaduto a detrimento deIIe quote deI mercato deIIa birra, che croIIa daI 44 % aI 38 % in quanto bevanda tipicamente somministrata nei pub, chiusi per iI Iockdown, e sostituita in parte daI vino.
La popoIarità dei vini Rose continua a crescere acquisendo iI 7% deI mercato e raddoppiando Ia quota deI 2016 che
si attestava al 3%.
Secondo il Drinks Ireland Wine report, il vino bianco e’ la categoria più popolare con un 48% di vendite sul mercato
rispetto aI 45% deIIe vendite di vino rosso.