ROMA – “L’olivicoltura italiana sta vivendo una fase molto complessa, caratterizzata da una congiuntura negativa che ha portato a un sensibile calo della produzione, dovuto all’andamento climatico sfavorevole, alla delicata congiuntura di mercato, con rincari record per i costi di produzione e dell’energia, e non da ultimo alle ripercussioni ancora tangibili della drammatica epidemia della Xylella, che non accenna a placarsi. È per tali ragioni che ringraziamo il sottosegretario all’agricoltura Patrizio La Pietra per essersi prontamente attivato ad aver convocato, a distanza di svariati mesi dall’ultimo confronto sul tema, una nuova riunione di filiera”.
Lo sottolinea il presidente della Copagri Tommaso Battista dopo la riunione del Tavolo olio, svoltasi al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste.
“Il settore necessita di un rapido e deciso intervento che riporti la barra a dritta sulla necessità di incrementare la produzione, recuperando il terreno perduto nei confronti dei nostri competitor comunitari, e che punti con sempre maggiore decisione sulle innumerevoli possibilità offerte dall’innovazione e dalla ricerca applicata all’agricoltura; proprio per questo, condividiamo pienamente e facciamo nostro l’appello del Sottosegretario a fare squadra all’interno della filiera per aumentare la produttività, andando al contempo a tutelare il territorio e il valore sociale dell’olivicoltura”, aggiunge il presidente.
“Per fare ciò, riteniamo fondamentale strutturare e rendere permanente il Tavolo di filiera, facendo sì che si riunisca e si confronti periodicamente per valutare le strategie da attuare per incrementare la produzione di olio extravergine d’oliva italiano e che, in particolare, si occupi di redigere il tanto atteso Piano Olivicolo Nazionale, strumento principe nel quale incardinare tutte le iniziative da mettere in campo per tutelare un prodotto simbolo della produzione nazionale e vero e proprio ambasciatore del Made in Italy nel mondo”, suggerisce Battista.
“Con uno strumento simile a disposizione dei produttori, sarebbe certamente più semplice programmare il futuro del comparto, ragionando non solo su misure tampone che vadano a contenere le conseguenze della fase emergenziale, ma anche e soprattutto su politiche di medio-lungo periodo che consentano di stabilizzare la produzione, e in particolare i prezzi, agendo al contempo sulle numerose questioni che da anni frenano lo sviluppo del settore”, spiega il presidente della Copagri, indicando nelle difficoltà legate al reperimento della manodopera, nel recupero dei terreni abbandonati e nella eccessiva burocrazia a carico delle aziende alcuni dei punti principali sui quali intervenire con urgenza.