ROMA – “Il record di investimenti globali nelle energie rinnovabili, registrato nell’ultimo anno ed evidenziato dal Global Landscape of Renewable Energy Finance 2023 dall’Irena e dalla Climate Policy Initiative, infonde un cauto ottimismo tra gli operatori rispetto al percorso di transizione ecologica e processo di decarbonizzazione al livello mondiale. I dati presentati a Madrid durante la Conferenza internazionale spagnola sulle energie rinnovabili evidenziano un attivismo e un’attenzione da parte degli investitori istituzionali nell’ambito dei progetti che mirano ad aumentare la produzione di energia da fonte rinnovabile e pulita.
I 500 miliardi di dollari investiti in rinnovabili nell’ultimo anno, come evidenziato nel report Irena e Climate Policy Initiative rappresentano un record assoluto ma non ancora sufficiente in quanto si tratta del 40% dell’investimento medio necessario che occorrerebbe per raggiungere gli obiettivi 2030. Indice della crescente, seppur non ancora sufficiente, attrattiva del settore.
Un fenomeno in parte ravvisabile anche in Italia e che le istituzioni dovrebbero tenere in considerazione, creando migliori condizioni normative e regolatorie. Fondi istituzionali, aziende multinazionali e operatori locali, sono pronti a mobilitare investimenti privati per decine di miliardi di euro, senza alcun onere per lo Stato, in grado di imprimere un apporto decisivo nella sfida alle nuove politiche energetiche e alla transizione energetica. Investimenti destinati ad avere ricadute importanti non solo nelle grandi città, ma anche nelle comunità più piccole che vanno dal Nord al Sud, creando nuovi posti di lavoro specializzati e riducendo notevolmente l’impronta ambientale.
Nonostante il nostro Paese, considerati fattori come irraggiamento, mix energetico e costo dell’energia, abbia un potenziale di energia rinnovabile più alto rispetto che in altri Paesi – specialmente per quanto concerne lo sviluppo del fotovoltaico utility scale – gli operatori del settore si ritrovano ancora ostacolati da diverse criticità, per lo più burocratiche. Motivo per il quale il fotovoltaico – secondo i dati riportati da Terna – ha coperto nel 2021 solo l’8,7 per cento della produzione nazionale. In questa direzione, occorre, come più volte affermato, fornire al più presto un quadro normativo certo agli imprenditori e accelerare il percorso per raggiungere gli obiettivi energetici a livello nazionale.
Se da una parte il record di investimenti nelle energie rinnovabili è incoraggiante, lo studio promosso evidenzia come nello stesso periodo in 51 paesi sono stati comunque raddoppiati i sussidi per gli investimenti in combustibili fossili. Un dato che infonde una sostanziale preoccupazione e che evidenzia la necessità di policies coerenti da parte degli Stati affinché vengano rispettati gli impegni internazionali assunti nella lotta ai cambiamenti climatici e nella progressiva e sostanziale riduzione delle emissioni.