PERUGIA – Manca poco più di un mese alla 54ma edizione di Agriumbria (Bastia Umbra – 31 marzo e 1-2 aprile 2023) e ANABIC (Associazione Nazionale Allevatori Bovini Italiani da Carne) è al lavoro per organizzare come sempre al meglio le due Mostre Nazionali dedicate alle razze Chianina e Romagnola, rispettivamente con circa 100 e 60 soggetti, oltre ad allestire l’esposizione dei migliori esemplari delle razze Marchigiana, Podolica e Maremmana.
“Il protocollo che abbiamo siglato lo scorso anno con AgriUmbria e altre Associazioni di razze bovine da carne che ha sancito di fatto la nascita del Polo delle Carni Italiane – spiega il presidente di ANABIC, Luca Panichi – rappresenta un ulteriore tassello nella costruzione di un meccanismo di valorizzazione e promozione delle razze bovine che rappresentiamo. Un percorso impegnativo e affascinante al tempo stesso, non sempre agevole ma nel quale crediamo, investendo in ricerca e iniziative indirizzate a promuovere e a valorizzare la specificità di razze che non hanno nulla da invidiare ad altre, spesso estere, più blasonate e proposte da una ristorazione a volte un po’ indifferente al patrimonio zootecnico presente sul territorio nazionale”.
Il lavoro svolto da personale altamente specializzato all’interno del Centro genetico di ANABIC costituisce il fulcro di questa intensa attività. Nelle tre sedi in cui è suddiviso, quella di Perugia per le razze Chianina, Romagnola e Marchigiana, quella di Grosseto per la Maremmana e quella di Potenza per la Podolica, si lavora a importanti progetti scientifici finalizzati al miglioramento delle razze in termini di accrescimento e rese produttive in un’ottica di efficienza e sostenibilità che prevede la riduzione dell’impatto ambientale degli allevamenti, l’aumento del benessere animale e l’ottimizzazione dello stato sanitario della mandria. Progetti ambiziosi che ANABIC porta avanti avvalendosi della collaborazione di importanti Università italiane come quelle di Padova, Perugia, Milano e Firenze, nonché di strumenti scientifici sofisticati e innovativi che favoriscono la raccolta e l’elaborazione di dati certi e incontrovertibili.
“La vetrina di AgriUmbria, manifestazione riconosciuta come la più ampia rassegna zootecnica d’Italia – interviene Stefano Pignani, direttore di ANABIC – costituisce per noi un luogo di elezione dove le 5 razze di bovini da carne che rappresentiamo possono essere apprezzate non solo dagli addetti ai lavori, ma anche da un pubblico composto da consumatori e stakeholder, quello al quale purtroppo spesso non arrivano le informazioni corrette sul valore di questi animali sia in termini di produzione di carne ma anche di tutela del territorio, rispetto delle tradizioni, salvaguardia della biodiversità. In un periodo storico in cui la zootecnia in generale è presa di mira da campagne denigratorie e insidiata da produzioni artificiali che ne vogliono minare l’esistenza, l’impegno di un’Associazione come la nostra deve essere anche quello di trasmettere informazioni corrette, attendibili e non confutabili. Valorizzare e promuovere la carne di razze come la Chianina, la Romagnola, la Marchigiana, la Maremmana e la Podolica vuol dire contribuire a dare un importante contributo a quel made in Italy che il mondo intero, a ragione, ci invidia.
I circa 160.000 capi di bestiame che ANABIC rappresenta, distribuiti in 5.000 allevamenti sparsi in 18 regioni e allevati per almeno il 70% al pascolo, rappresentano un plus sia da un punto di vista qualitativo e nutrizionale della carne sia da un punto di vista ambientale. Nel primo caso, prendendo ad esempio la Chianina, è scientificamente provato che il suo tenore di grasso non supera il 2% ed è ben al di sotto di quello che si registra in produzioni estere che vengono spesso proposte dai grandi ristoratori, per non parlare dell’enorme impatto ambientale che genera il trasporto di una produzione proveniente da oltreoceano. Si tratta di aspetti molto importanti che ANABIC intende mettere al centro del dibattito per favorire la trasmissione di informazioni corrette e che, proprio per questo, possono anche favorire l’apertura di canali commerciali esteri tutti da esplorare. Se le produzioni delle razze che rappresentiamo possono essere considerate una nicchia – conclude Pignani – è doveroso riuscire a intercettare anche quelle fasce di consumatori italiani e stranieri disposti a spendere un po’ di più per un prodotto che, oggettivamente, vale di più”.