ROMA – Confagricoltura accoglie con soddisfazione l’insediamento della Cabina di regia, voluta dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni, sulla crisi idrica.
I livelli attuali dei fiumi e dei laghi lasciano pochi dubbi sul ricorso a razionamenti nelle prossime settimane. In questo senso, è indispensabile che la task-force di Palazzo Chigi ascolti i territori e le rappresentanze imprenditoriali attraverso cabine di regia da istituire a livello locale.
Le criticità attuali richiedono interventi immediati ma non bisogna appiattirsi sull’emergenza. Confagricoltura, infatti, chiede al governo un Piano Acque organico, che fornisca al Paese e al settore primario opere infrastrutturali significative dove raccogliere e stoccare le precipitazioni atmosferiche. Questo Piano può essere realizzato recuperando risorse sia dal PNRR, sia dai Fondi di coesione.
Non bisogna sprecare neanche una goccia d’acqua. Per questo motivo occorre anche sbloccare e incentivare il riutilizzo a fini irrigui delle acque reflue depurate, una priorità non più procrastinabile.
Il Piano Acque che Confagricoltura propone riguarda anche il rinnovo delle infrastrutture esistenti. Non bisogna dimenticare l’importanza della manutenzione costante della rete distributiva che attualmente registra perdite medie del 36%. Attività da garantire anche agli invasi che, spesso, soffrono di interramento perdendo buona parte della loro funzione.
Sul fronte dell’emergenza occorrono interventi che rispondano, prima possibile, alle necessità dell’uso potabile e agricolo. Anche con il coinvolgimento dei bacini idroelettrici per sostenere le forniture di acqua nelle fasi più acute della siccità a cui stiamo andando incontro.
Infine, la Confederazione chiede aiuti nazionali e regionali per tamponare i maggiori costi irrigui delle imprese e un sistema di risarcimento dei danni che dialoghi con quello assicurativo, per dare risposte concrete alle mancate produzioni agricole che la siccità sta comportando. Da non trascurare la possibilità di richiedere alla Commissione Ue l’estensione, anche per il 2023, delle deroghe accordate nel 2022 sull’uso non produttivo dei terreni e sulla rotazione annuale obbligatoria dei seminativi.