ALESSANDRIA – “Dal nuovo Commissario straordinario per la peste suina, dottor Vincenzo Caputo, ci attendiamo un deciso cambio di passo nella gestione dell’emergenza che interessa il nostro territorio da oltre un anno”.
Confagricoltura Alessandria, nell’augurare buon lavoro al nuovo Commissario, nominato con decreto del Consiglio dei Ministri, chiede una svolta nella lotta per l’eradicazione della Psa.
“Purtroppo, dopo un anno dallo scoppio dell’emergenza, si registrano ancora ritrovamenti di carcasse infette – commenta la presidente di Confagricoltura Alessandria Paola Sacco –. Il dato diffuso al 28 febbraio 2023 dall’Istituto Sperimentale Zooprofilattico di Piemonte e Val d’Aosta inerente i cinghiali della zona infetta, testati dal 1 gennaio 2023 al 28 febbraio 2023, è di 457 di cui 297 negativi e 127 positivi, 33 in attesa di esito. Evidentemente, nonostante l’impegno profuso dal commissario Angelo Ferrari, dobbiamo costatare che la realizzazione della recinzione, peraltro non ancora conclusa, imposta dall’Unione Europea per delimitare la zona infetta non è da sola una misura sufficiente, come del resto avevamo già sottolineato, e deve essere accompagnata da azioni più incisive volte al contenimento dei cinghiali”.
“Il completamento della recinzione in tempi rapidi resta in ogni caso indispensabile – prosegue la presidente – anche per senso di responsabilità nei confronti di province e regioni confinanti, che devono essere preservate dal rischio di contagio. Contemporaneamente chiediamo al nuovo Commissario di compiere i passi necessari per poter riprendere gli abbattimenti selettivi e auspichiamo inoltre che si possa valutare di richiedere lo stato di emergenza. Ricordiamo, infatti, che i mancati abbattimenti nell’ultimo periodo hanno portato a un ulteriore aumento del numero di cinghiali i quali provocano danni ingenti alle colture e minano la sicurezza stradale”.
Aggiunge il direttore di Confagricoltura Alessandria Cristina Bagnasco: “Ricordiamo che le aziende suinicole in zona rossa non possono ancora ripopolare ed è quindi necessario prevedere ulteriori ristori sino all’effettiva possibilità di ripopolamento o riconversione economica degli allevamenti. Tali ristori dovrebbero tenere conto anche delle spese straordinarie di manutenzione che gli allevatori dovranno sostenere a causa del prolungato fermo di attività”.
Confagricoltura ritiene auspicabile adottare criteri di risarcimento svincolati dal regime del De Minimis, come già previsto in passato nella nostra Regione.
Occorre inoltre stimare al valore di mercato il danno occorso e procedere al rapido e pieno risarcimento con ricorso eventuale, nelle more della copertura finanziaria, all’emissione da parte della Regione di un riconoscimento di debito scontabile presso Istituti di credito, dalle aziende agricole stesse.