BOLOGNA – Mandorle e conserve di pomodoro dichiarate falsamente “biologiche” da imprenditori senza scrupoli di cinque imprese agroalimentari: grazie all’indagine della Guardia di Finanza di Caserta è emersa la sospetta truffa a scapito dei consumatori e della leale concorrenza, che danneggia fortemente il settore “bio” agroalimentare, modalità produttiva sempre più apprezzata dai consumatori di tutto il mondo e da chi è attento alla salute dell’ambiente e delle persone.
“Ringraziamo lo sforzo congiunto della Guardia di finanza e degli ispettori dell’Icqrf”, dichiara Roberto Zanoni, presidente dell‘Associazione nazionale delle imprese di produzione, trasformazione e distribuzione dei prodotti biologici e naturali.
“AssoBio partecipa attivamente all’unità di crisi coordinata da FederBio per monitorare l’andamento dell’indagine e mettere in campo le misure necessarie a tutela del settore, cogliendo l’occasione per far emergere e risolvere, nelle sedi opportune, quelle falle che rischiano di penalizzare il comparto bio e che vanno sanate con urgenza”.
“Da tempo AssoBio chiede la creazione di una piattaforma validata dal Ministero delle Politiche agricole e della Sovranità alimentare a favore della trasparenza e della tracciabilità del prodtto biologico dal campo alla tavola, sia per i prodotti di origine italiana che per quelli di provenienza estera. Adeguati investimenti in comunicazione e una seria lotta al greenwashing, diffuso e dannoso per la reputazione della filiera italiana agroalimentare, si aggiungono alle linee d’azione non più rimandabili che AssoBio sollecita da tempo nel dialogo pubblico con i decisori politici. Riteniamo che in questa fase – conclude Zanoni – sia opportuno mantenere alta l’attenzione senza esacerbare i toni della discussione, certi, come siamo, che la tutela del biologico debba passare dal rispetto delle regole, sanzionando i comportamenti scorretti o illeciti, segnalando mancati adempimenti e storture del sistema, ma sempre in un clima garantista e costruttivo”.