ROMA – Con la pubblicazione del decreto 13 gennaio 2023, n. 13 il Ministero dell’ambiente ha approvato le regole applicative del Gse che disciplinano la partecipazione al bando del decreto ministeriale del 15 settembre 2022.
L’obiettivo della misura, sostenuta con 1,73 miliardi di euro a valere sui fondi del PNRR, è quello di incentivare la produzione di biometano in Italia, così da abbattere le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera, oltre a ridurre la dipendenza del nostro Paese da fonti energetiche estere. Con questi incentivi il Ministero dell’Ambiente stima che si potrà raggiungere entro il 30 giugno 2026 una produzione aggiuntiva di biometano pari ad almeno 2,3 miliardi di m3, dieci volte maggiore rispetto all’attuale produzione.
Gli incentivi sono diretti agli impianti nuovi o riconvertiti, alimentati da matrici agricole o da FORSU (solo nuovi impianti) che completano la realizzazione delle opere ammesse a finanziamento entro il 30 giugno 2026 e per i quali gli interventi non sono stati avviati prima della pubblicazione della graduatoria di riferimento. Abbiamo chiesto a Roberto Salmaso, general manager di Sebigas, alcune istruzioni per le aziende interessate.
Cosa significa questo decreto per il settore?
“Considerando il perdurare della crisi energetica, il Decreto Biometano rappresenta un provvedimento chiave per sbloccare un settore rimasto per troppo tempo in ombra. Le regole applicative presentate dal GSE devono essere uno strumento per potenziare la crescita del mercato del biometano attraverso nuovi impianti e revamping di quelli esistenti, fornendo alle aziende del nostro territorio un’occasione per creare e/o incrementare un circolo produttivo virtuoso. Seppur il biometano non possa coprire il 100% delle forniture di gas attualmente importate, costituirà certamente un tassello fondamentale per il raggiungimento dell’indipendenza energetica da fonti fossili. In aggiunta, anche il recente percorso per l’incentivazione delle comunità energetiche sarà determinante in ottica di decentramento e produzione diffusa ad uso locale.”
Qual è l’attuale produzione di gas in EU?
“Oggigiorno, l’ammontare della produzione di gas naturale in Europa è inferiore al 15% rispetto alla domanda: in particolar modo a livello nazionale, la forte dipendenza dagli approvvigionamenti dall’estero ha provocato un evidente incremento del costo dell’energia, a ripercussione di imprese e famiglie. La produzione di “Biometano Made in Europe” e una crescente indipendenza, a tal proposito, consentirebbe non solo la riduzione dei costi energetici, ma anche di produzione con l’importante obiettivo di produzione, esplicitato in sede comunitaria, pari a 35 miliardi di metri cubi entro il 2030.
Il biometano in Italia: una soluzione a supporto di imprese e cittadini?
L’immediata applicazione delle misure previste dal PNRR potrebbe garantire la produzione di oltre 4 miliardi di metri cubi di biometano al 2026, pari a circa il 30% dell’obiettivo del nostro governo di sostituzione delle forniture di gas naturale importato dalla Russia.
Basti pensare che gli impianti agricoli esistenti potrebbero garantire un incremento di produzione di 600 milioni di metri cubi di biogas nel mix energetico, corrispondenti a circa il 15% dell’attuale produzione.
Quali sono gli scenari futuri?
Incrementare la produzione di biometano in Europa potrebbe portare almeno 35 miliardi di metri cubi di gas rinnovabile entro il 2030 se opportunamente sostenuto da un framework legislativo e da una semplificazione dei processi autorizzativi. Questo quantitativo rappresenterebbe circa il 10% della domanda di gas totale in EU entro il 2030.
Ma non solo, entro il 2050 potrebbe raggiungere il 30-50% e coprire oltre i 100 miliardi di metri cubi.
Quali sono i vantaggi del biogas?
L’incremento della produzione di biometano non è solo relativo ad una differenziazione nell’approvvigionamento energetico e ad una progressiva indipendenza energetica. I vantaggi sono molteplici.
Vantaggi economici
Ricorrendo al biometano, le aziende possono creare un’economia circolare sfruttando in maniera intelligenza i loro scarti. Un’azienda agricola, per esempio, può valorizzare il refluo da stalla producendo un fertilizzante organico di qualità, integrando il reddito della società mediante la vendita dell’energia elettrica e/o utilizzando la stessa per autoalimentarsi. Sfruttare questa opportunità è una delle soluzioni che meglio si presta a soddisfare sia la sostenibilità economica che quella ambientale.
Di rilevanza, la misura stanziata dal decreto legge 21 marzo 2022 n.21 che determina la possibilità di sostituire i fertilizzanti di origine chimica con il digestato equiparato derivante dagli impianti biogas, limitandone considerevolmente i costi di approvvigionamento e consentendo alle aziende agricole di sfruttare a pieno le proprie risorse.
Vantaggi ambientali
Il biometano rispetta di più l’ambiente, poiché riduce drasticamente le emissioni di CO2, abbatte i rifiuti e crea una filiera di fertilizzanti e ammendanti. Sotto il profilo della CO2 le emissioni di un veicolo a biometano sono il 97% in meno di quelle di un veicolo alimentato a benzina. Inoltre pensando al solo comparto agroalimentare avremmo un duplice effetto: da un lato il comparto ridurrebbe le proprie emissioni di 12,4 milioni di tonnellate di CO2 al 2030 (-32%) e dall’altro, non ricorrendo a fonti energetiche fossili, eviterebbe ulteriori 19 milioni di emissioni di CO2. Una riduzione complessiva di oltre 31 milioni di tonnellate, equivalente a quelle generate da 18,5 milioni di autovetture, vale a dire la metà del parco auto nazionale.
Vantaggi sociali
Lo sviluppo della produzione di biogas in Italia ha generato 12mila nuovi posti di lavoro ed entro il 2030 potrebbe crearne altri 25mila: Il settore a livello globale impiega 334.000 addetti ad oggi. Basti pensare che i “Green Jobs” o “lavori verdi” saranno le figure più richieste in Italia nei prossimi anni. Lo sviluppo della Green Economy e la crescita del settore delle energie rinnovabili, sta così portando i lavori legati all’ambiente e all’economia circolare a divenire sempre più centrali nel mercato del lavoro.
Sebigas è una società di ingegneria attiva dal 2008 e specializzata nella progettazione, fornitura e gestione di impianti di biogas e biometano in tutto il mondo. Con un portafoglio di oltre 80 impianti realizzati in 3 continenti, e dalla potenza installata dai 200 kW a 3 MW, gli impianti Sebigas registrano il 98,2% della disponibilità alla massima potenza, equivalenti a circa 8.600 ore di funzionamento annuo con fermi impianto limitati al minimo. Sebigas è un partner affidabile con consolidata esperienza nel trattamento di biomasse eterogenee, in grado di fornire impianti su misura, progettati sulle esigenze del cliente per garantire un’efficienza di funzionamento ottimale e continua. Dalla propria sede in Italia Sebigas opera in tutto il mondo supportata e sostenuta dall’appartenenza dal 2020 al gruppo internazionale TICA, che conta circa 3000 dipendenti, 10 stabilimenti produttivi nel mondo e 70 Branch offices.