SPOLETO (PG) – Fiumi in secca in pieno inverno, riserve idriche ridotte ai minimi termini, record di temperature che vengono immancabilmente abbattuti: negli ultimi mesi abbiamo assistito alle prove generali di un futuro che vede nell’acqua un bene sempre più prezioso, limitato e richiesto, soprattutto in agricoltura e soprattutto in Italia, 1° Paese in Europa e 44° nel mondo per estensione di territorio con un tasso di stress idrico superiore all’80% (dati Valore Acqua Libro Bianco 2023 – The European House Ambrosetti).
Lo ricorda Monini in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, ricorrenza istituita nel 1992 dall’ONU per riflettere sul valore della risorsa e promuovere azioni di salvaguardia. Un appello che l’azienda di Spoleto, assumendosi la responsabilità di guardare a un domani che non sia solo quello di breve termine legato al business, ha fatto proprio da tempo: l’acqua è infatti uno dei principali progetti di A Hand for the Future, il piano di sostenibilità con orizzonte 2030 che in due anni ha già visto investire oltre 10 milioni di euro in larga parte proprio in agricoltura e nella gestione dell’acqua, risorsa che incide direttamente sulla quantità e qualità della produzione della pianta, con conseguenze ad esempio sul contenuto di polifenoli.
In questo ambito rientra il nuovo algoritmo di precisione sviluppato dalla collaborazione tra Monini, Università di Perugia e Eliasian, scaleup italiana nata nel 2016 e specializzata in soluzioni tecnologiche e data driven in particolare per la gestione di olivi, viti e mandorli. Lo sviluppo dell’algoritmo e l’utilizzo di nuove tecnogie di precisione basate su sensori al suolo, misurazioni satellitari e analisi di big data, ha già dimostrato nel 2022 un risparmio potenziale di acqua del 26% – per un totale di quasi 195 mila litri salvati – rispetto al sistema di irrigazione di precisione negli uliveti sperimentali di Monini del Frantoio del Poggiolo (Spoleto), parte del Bosco Monini, il nuovo polmone verde da 700 mila oliveti (diventeranno 1 milione entro il 2030) tra Umbria, Toscana e Puglia che rappresenta il modello di olivicoltura moderna e sostenibile che l’azienda sta sviluppando. Qui gli oliveti, coltivati ad agricoltura biologica, sono infatti già da anni alimentati con sistemi di irrigazione goccia a goccia, che permettono alle piante di assorbire oltre il 90% dell’acqua somministrata.
Un risultato che viene ampiamente superato grazie all’utilizzo della nuova tecnologia. Nel 2023 si procederà a validare l’algoritmo mediante confronto diretto dei consumi tra porzioni di terreno gestite secondo il metodo di irrigazione di precisione azionato dall’uomo e quello innovativo dettato dall’algoritmo e implementare la misurazione del risparmio e del relativo impatto ambientale (idrico ed energetico). L’obiettivo, a tendere, è estenderne l’utilizzo su larga scala, anche al di là dei confini dell’azienda, che si candida a diventare un modello di sostenibilità per la filiera.
“Non vogliamo limitarci a fare bene per convenienza, né circoscrivere la nostra azione al perimetro aziendale o territoriale – dichiara Zefferino Monini, presidente e AD dell’imprese oleicola – Guardiamo al mondo dell’olio nel suo complesso, con l’auspicio di offrire il nostro contributo per costruire, insieme agli altri attori della filiera, un futuro più sostenibile per l’olivicoltura italiana”.
“In un anno particolarmente segnato da siccità – ha spiegato Giovanni Di Mambro, socio fondatore di Eliasian insieme a Damiano Angelici – questa collaborazione agronomica dimostra l’importanza delle tecnologie di precision farming di Elaisian e di strumenti all’avanguardia per un’azienda come Monini, che si impegna a promuovere la qualità e la sostenibilità. Grazie ai dati accurati, l’azienda può utilizzare le risorse in modo efficiente, riducendo l’impatto ambientale”.
Lo sviluppo dell’algoritmo e la sua validazione su larga scala sono solo l’ultimo risultato di un impegno partito molto tempo fa e fondato sulla vocazione dell’azienda a innovare “con intelligenza umana”, a non accontentarsi, senza perdere mai di vista il contatto con la terra e con la tradizione. Uno sforzo continuo e costante che Monini mette a disposizione della filiera per un futuro dell’olio italiano moderno e sostenibile.