TORINO – Venerdì 31 marzo 2023, a Torino alla Cavallerizza Reale, si svolgerà la prima edizione di ColtivaTo, il Festival Internazionale dell’Agricoltura: tre giorni di incontri, conferenze, dibattiti, tavole rotonde, visite guidate, interviste, workshop, spettacoli teatrali, concerti e una rassegna cinematografica, per raccontare l’agricoltura in un grande evento scientifico-divulgativo con cadenza biennale. Abbiamo incontrato Maria Lodovica Gullino, fitopatologo, imprenditore e responsabile scientifico del Festival.
“Combattere l’ignoranza rispetto a questo settore. E’ uno degli obiettivi che tutti noi del mondo della scienza, della comunicazione e della ricerca dobbiamo porci come comune denominatore perchè occorre raccontare l’agricoltura in un modo forse più semplice e diretto di quanto non abbiamo fatto fino a oggi. Dobbiamo raccontare l’agricoltura per quello che è ovvero un settore produttivo, dinamico e ricco di valori”.
Tanta contraddizione oggi tra tradizionale e innovativo. Forse è uno dei limiti?
“Pensare di andare avanti con la sola tradizione in senso lato è un errore in partenza. E’ fondamentale, oggi più che mai di fronte ai cambiamenti climatici e alle crisi internazionali, trovare nella scienza la chiave del futuro per il settore. Chiaro siamo un Paese che dell’agricoltura ha fatto un settore fondamentale e che proprio nell’eccellenza può contribuire al meglio a livello internazionale, ma non dobbiamo fare in modo che i benefici della scienza non possano essere a vantaggio di tutto questo”.
Quindi nasce un Festival, ColtivaTo. Una cosa diversa dal solito dove l’agricoltura sarà il filo conduttore di dibattiti e confronti.
“L’idea di questo Festival è nata, improvvisa, nel maggio del 2022, durante Eurovision, nell’atmosfera magica delle serate di tarda primavera che solo Torino sa regalarti e ColtivaTo nasce per raccontare l’agricoltura che nutre il mondo, evidenziando soprattutto l’innovazione che sta dietro alle produzioni agricole e il bisogno continuo di innovare con la ricerca. Come ricercatore ho sempre sentito l’esigenza di comunicare, ai tecnici e al pubblico, i risultati della ricerca. Perché buona parte della ricerca è finanziata con fondi pubblici e da ciò deriva l’obbligo morale di fare conoscere a chi paga le tasse cosa si fa con il loro denaro e perché la comunicazione permette al pubblico di fare scelte consapevoli. Torino ha una storia di
Festival ed eventi di grande successo, seguiti da un pubblico attento e preparato. È proprio a
questo pubblico che, con grande umiltà, ci rivolgiamo con ColtivaTo, con un programma
ambizioso, ben consapevoli che portare l’agricoltura in città, nelle eleganti sale di sedi auliche sia una sfida. Dietro a ColtivaTo ci sono la passione e l’amore profondo che legano tutti quanti hanno voluto questo Festival, verso un settore produttivo di grande importanza in Piemonte e in Italia, spesso purtroppo trascurato o poco conosciuto”.
Perchè proprio la città del Salone del Gusto e di Terra Madre?
“Non è affatto un caso, come non è un caso che l’evento, pensato biennale, cada proprio negli anni alternati a Terra Madre. Carlo Petrini sarà tra i principali relatori e questo perchè Torino rappresenta una città dove l’agricoltura sta intorno, ma anche che ha voglia di parlare di questi temi a un livello diverso da quello legato alla politica e all’economia. Quindi abbiamo pensato a personaggi che possano attirare non solo gli addetti ai lavori, ma soprattutto i cittadini, la cui curiosità dovrà essere un volano per entrare a conoscere da vicino l’agricoltura di oggi e di domani”.
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