ROMA – “È paradossale, ma di fronte alla grave siccità del Nord Italia a preoccuparci altrettanto è l’aggravarsi del rischio idrogeologico”: a dichiararlo è Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), intervenuto ad un convegno a Piacenza, mentre nel Nord Italia si registrano sporadiche piogge, talvolta intense, laddove l’aridità accentua la fragilità di territori alla mercè degli eventi meteo.
In Italia, dove ogni anno si costruiscono circa 20.000 case abusive, il 94% dei comuni è interessato dal pericolo di frane od alluvioni; tale percentuale raggiunge il 100% in 9 regioni, tra cui Valle d’Aosta, Emilia Romagna e Toscana, caratterizzate anche da una forte aridità dei terreni. Il 18,4% del territorio nazionale è toccato da elevato pericolo di frana o media pericolosità idraulica.
A questo va aggiunto l’inarrestabile consumo di suolo, cui si sacrificano mediamente 19 ettari al giorno; in questa classifica sono in testa Lombardia e Veneto, riducendo così la capacità di assorbimento di terreni resi poco permeabili dalle scarse precipitazioni dei mesi scorsi.
“Per il nostro Paese è oggi il tempo di scelte non scontate, che sappiano contemperare esigenze diverse nel segno della sostenibilità sociale, economica ed ambientale. Serve un Piano Idrico Nazionale, ma anche un Piano di Efficientamento della Rete Idraulica, per il quale mettiamo a disposizione centinaia di progetti definitivi ed esecutivi, cioè appaltabili. Al contempo – conclude il Presidente ANBI – ribadiamo la necessità di approvare la legge contro l’indiscriminato consumo di suolo, dispersa nei meandri parlamentari da ben 10 anni, cioè dal tempo del Governo Monti! Va fatto con urgenza prima che a ribadirlo possano essere gli eventi.”