Made in Italy a tavola e candidatura Unesco: vola il Provolone Dop

CREMONA – Mentre il governo italiano propone la candidatura della cucina italiana a patrimonio Unesco, continua la corsa dei prodotti del Made in Italy a tavola, da sempre fortemente richiesti anche all’estero.

Il Provolone Valpadana Dop, il formaggio iconico prodotto nelle varianti dolce (con stagionatura minima da 10-90 giorni) e piccante, (con stagionatura minima di 90 giorni), incrementa il fatturato alla produzione ad oltre 50 milioni di euro, mantenendo livelli di export interessanti. La ricerca condotta annualmente dal Consorzio di Tutela del Provolone Valpadana che da anni si occupa di valorizzare la dop, diffondere cultura alimentare e controllare la filiera che porta alla certificazione, conferma gli ottimi risultati in termini di produzione ed esportazione. Le forme di Provolone Valpadana prodotte aumentano da 577.000 nel 2021 a 674.000 kg nel 2022, con un incremento di oltre il 15% per cento.  I principali paesi di esportazione rimangono Spagna, Francia, Australia e Canada.

Questo formaggio è così richiesto e apprezzato anche per l’attenzione dei produttori all’ambiente e alla sostenibilità. Libero Stradiotti, Presidente del Consorzio afferma: “Diffondere una cultura di protezione dell’ecosistema e dell’ambiente, aiuta a contrastare i cambiamenti climatici, migliora la qualità dell’aria e aiuta a ridurre le emissioni di CO2. Solamente rispettando il nostro Pianeta e i suoi territori, riusciremo ad ottenere materie prime di eccellenza per realizzare al meglio i nostri prodotti.”

Lo studio annuale condotto dal Consorzio, sottolinea le ragioni del successo di questo prodotto attraverso una analisi su gradimento, conoscenza e percezione del Provolone Valpadana. La ricerca è condotta su un campione rappresentativo di età compresa tra i 25 e i 55 anni. I risultati emersi evidenziano come sia elevata la conoscenza e l’attenzione verso i prodotti DOP (DENOMINAZIONE DI ORIGINE PROTETTA) che vengono percepiti sempre più come sinonimi di autenticità, tradizione, sicurezza alimentare, perimetrazione della zona di produzione e garanzia contro imitazioni e/o falsificazioni. Il 75% degli italiani conosce almeno uno dei tre loghi (DOP/IGP/STG), con una percentuale superiore tra gli uomini (78%) rispetto alle donne (72%). Il 92% degli intervistati dichiara di apprezzare i prodotti DOP: il Provolone Valpadana si conferma come formaggio autentico, di alta qualità, legato alla tradizione, al territorio e molto “versatile’’, utilizzabile sia con ricette dolci, sia con ricette speziate.

 

Sebbene il boom di questo prodotto si sia verificato solo negli ultimi anni, le origini del Provolone Valpadana Dop hanno radici molto antiche. Quest’ultimo risale all’epoca dell’Unità d’Italia, quando la cultura casearia delle paste filate, di origine meridionale, si diffuse nelle zone della Pianura Padana. L’uso del nome “provolone” viene poi ufficializzato per la prima volta nel Vocabolario di agricoltura di Canevazzi-Mancini nell’anno 1871, dove viene definito come una “provola” (tipico formaggio meridionale di pasta filata fresca) di grandi dimensioni.

Nonostante le continue sfide nell’ambito dell’omologazione dei gusti e del fast food, l’obiettivo del Consorzio di Tutela è perseverare nel suo compito di fare conoscere non solo qualità e usabilità del prodotto ma anche il valore della DOP, una delle più riconosciute ed apprezzate sia da un pubblico locale che internazionale.

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