ALESSANDRIA – L’Unione Europea ha ufficializzato l’estensione della “zona rossa” in provincia di Alessandria in relazione all’emergenza della Peste Suina Africana (Psa).
Cia Alessandria critica duramente il provvedimento e ritiene profondamente gravosa la situazione che si crea in tal modo. Spiegano la presidente provinciale Daniela Ferrando e il direttore Paolo Viarenghi: “La notizia era nell’aria da qualche giorno e purtroppo si è verificata. Queste decisioni sono assunte senza alcun tipo di condivisione con gli interessati e la rappresentanza delle organizzazioni, calate dall’alto in assenza di concertazione. Da oggi è estesa la zona rossa e si inaspriscono le restrizioni, ma manca ancora una posizione sugli abbattimenti necessari. Il problema si sta aggravando e le decisioni finora adottate si sono dimostrate totalmente inefficaci. Cia Alessandria come le altre organizzazioni, le associazioni venatorie, gli ATC, non ha informazioni a riguardo. Manca la condivisione delle scelte, manca una strategia valida, manca la tutela dell’agricoltura”.
Cia Alessandria insiste nel ritenere opportuno un piano di abbattimento per l’eradicazione (ricordando gli allevamenti di suini sani azzerati e i cinghiali infetti liberi nei boschi). Aggiunge Alessio Abbinante, presidente regionale Anuu Migratoristi Piemonte: “Data la gravità della situazione e l’evoluzione ritenuta negativa, abbiamo chiesto un nuovo Consiglio provinciale aperto con la partecipazione di Istituzioni e autorità ma, ad oggi, non ci è stata data nessuna risposta e non si è organizzato nessun incontro. Siamo inoltre in attesa di conoscere la ‘exit strategy’ di cui nessuno ha ancora informazioni. Il problema è venatorio, agricolo ed economico. Riteniamo necessario eradicare il cinghiale dalle aree infette: la strategia europea finora adottata ha solo aggravato la situazione”.
Cia si è mossa anche a livello nazionale chiedendo via Pec un incontro formale urgente ad Alessandria – comunicazione inviata la scorsa settimana – al Commissario straordinario Vincenzo Caputo e per conoscenza agli Assessori regionali (Agricoltura, Montagna e Sanità), ma nessuna risposta è arrivata. Cia Alessandria sta valutando azioni conseguenti.