REGGIO EMILIA – Dopo la vittoria di metà marzo in Colombia, paese in cui è stato fermato il sesto tentativo del gruppo Alpina di registrare il marchio “Parmesano”, il Consorzio del Parmigiano Reggiano, incaricato della tutela della DOP in tutto il mondo, festeggia un altro successo.
Il Giudice dell’Alta Corte di Singapore ha infatti respinto il ricorso di Fonterra Brands (filiale interamente controllata da Fonterra Co-operative Group Limited, società cooperativa multinazionale con sede in Nuova Zelanda) che, in seguito alla registrazione nel paese del nome Parmigiano Reggiano come Indicazione Geografica, ha presentato un’istanza per richiedere che il termine “Parmesan” non venisse considerato una traduzione del nome della DOP. Scopo dell’azienda era, evidentemente, limitare la portata della protezione dell’IG Parmigiano Reggiano al fine di commercializzare senza contestazioni a Singapore, con il nome “Parmesan”, un formaggio con il marchio “Perfect Italiano”, che adotta i colori del Tricolore italiano sulla sua confezione benché prodotto in Nuova Zelanda e/o Australia.
Il Consorzio si è subitaneamente opposto, ottenendo una decisione favorevole dall’ufficio IPOS (Intellectual Property Office of Singapore). L’appello da parte di Fonterra Brands davanti all’Alta Corte di Singapore è stato rigettato: il Giudice ha stabilito che “Parmesan” va considerato una traduzione di “Parmigiano Reggiano”, come dimostrato dal Consorzio.
A pochi giorni dal caso della Colombia, è stato dunque fermato un ulteriore tentativo di approfittare indebitamente della notorietà, della qualità e delle caratteristiche di eccellenza della DOP più amata e più premiata al mondo, che può essere prodotta esclusivamente nella sua zona d’origine, che comprende le province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Mantova alla destra del fiume Po e Bologna alla sinistra del fiume Reno. Nel 2008, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha stabilito che solo il formaggio Parmigiano Reggiano DOP può essere venduto con la denominazione Parmesan all’interno dell’Unione Europea. Tuttavia, la normativa che protegge il nome Parmigiano Reggiano all’interno dell’UE non vale in tutti i paesi del mondo, aprendo la porta a usi non corretti del nome per formaggi prodotti negli Stati Uniti e in altri paesi. Il Consorzio stima che il giro d’affari del falso Parmesan fuori dall’Unione europea sia di 2 miliardi di euro, circa 200mila tonnellate di prodotto, ossia oltre 3 volte il volume del Parmigiano Reggiano esportato.
«A Singapore, il Consorzio ha riportato un’altra importante vittoria nella sua lotta globale contro l’uso illegittimo del termine Parmesan, a un anno da quella conseguita in Ecuador e a pochi giorni dal caso della Colombia», ha dichiarato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio. «La decisione della dell’Alta Corte di Singapore rappresenta un risultato importante per il sistema delle Indicazioni Geografiche nel Sud-Est Asiatico, poiché viene ribadita l’importanza fondamentale del legame tra prodotto, territorio e Denominazione di Origine. L’azione del nostro Consorzio viene portata avanti nell’interesse sia di tutta la filiera del Parmigiano Reggiano, sia dei consumatori nel mondo, che da oggi anche a Singapore non correranno più il rischio di essere ingannati al momento dell’acquisto. Stiamo portando avanti una battaglia per costruire una strategia più ampia a livello globale, che vada a beneficio non solo della DOP Parmigiano Reggiano, ma di tutte le Indicazioni Geografiche; è una lotta che non terminerà a breve e che richiederà coraggio e dedizione, ma non per questo smetteremo di affrontarla».