ROMA – La concentrazione di anidride carbonica in atmosfera ha raggiunto le 419,13 parti per milione (ppm) con un aumento di 1,82 parti per milione rispetto al 2022. Lo dicono i recenti dati dell’osservatorio NOAA, situato a 3.3387 metri sul vulcano Mauna Loa sull’isola di Hawaii. Si tratta di un nuovo, negativo, record: in 63 anni non era mai stata rilevata così tanta CO2 nell’aria.
Alla luce di questa notizia, per Confagricoltura, è evidente l’importanza della definizione delle regole per il mercato dei crediti di carbonio. Uno strumento fondamentale per raggiungere l’obiettivo del Green deal europeo di ridurre del 55% le emissioni di gas serra entro il 2030.
Parallelamente, è altrettanto importante mettere il settore primario nelle condizioni di esercitare il ruolo, che riveste da sempre, di ambito produttivo capace di “catturare” e immagazzinare il carbonio prodotto dalle attività umane.
Per questa ragione, Confagricoltura guarda con grande interesse alle recenti iniziative messe in campo dal governo: da una parte, il disegno di legge sulla sperimentazione in campo delle Tecniche di evoluzione assistita (Tea); dall’altra, l’emendamento al decreto-legge PNRR per la valorizzazione delle pratiche di gestione agricole e forestali sostenibili.
Confagricoltura sostiene da tempo l’utilità delle nuove tecniche di miglioramento genetico. Il disegno di legge sulle Tea – in discussione nella IX Commissione del Senato – potrebbe dare un forte impulso alla ricerca scientifica. Si potrà iniziare la sperimentazione in campo di varietà vegetali, già pronte in laboratorio e capaci di adattarsi alle nuove condizioni climatiche. Non solo.
Le tecniche di evoluzione assistita permettono di ridurre l’uso di fitofarmaci e acqua e di garantire la produttività necessaria per rispondere alla crescente domanda di cibo e per mantenere alta la qualità Made in Italy. Questo permetterà all’Italia di essere pronta quando verrà pubblicato il Regolamento che la Commissione Ue intende proporre per regolamentare le nuove tecniche genomiche.
La Confederazione ha accolto con entusiasmo anche l’approvazione dell’emendamento che prevede l’istituzione del Registro dei crediti di carbonio agroforestali presso il CREA. L’iniziativa valorizza la capacità delle imprese agroforestali di “imbrigliare” la CO2 attraverso i servizi ecosistemici svolti nella gestione del patrimonio agro-forestale nazionale. L’emendamento mira a definire il modo in cui le quantità di carbonio immagazzinato verranno certificate e trasformate in crediti da scambiare su un mercato unico e condiviso.