ROMA – “I produttori nostrani di miele sono appesi a un filo, visto che quasi la metà del ‘miele’ importato nell’Unione europea in realtà è solo sciroppo zuccherato. Per impedire contraffazioni serve riaprire l’apposita direttiva europea e imporre che sull’etichetta siano menzionati i rispettivi paesi di origine del miele con quote percentuali, oltre a creare appositi sistemi di controllo.
Solo così possiamo garantire trasparenza al consumatore. Ma la Commissione per il momento si è limitata a proporre un aggiornamento sulle norme legate alla commercializzazione dei prodotti agroalimentari quali frutta e verdura, succhi e confetture di frutta, pollame o uova e proprio lo stesso miele. Ben venga, ma non può bastare. Senza controlli capillari e percentuali in etichetta, la produzione europea sarà spazzata via da finti mieli, provenienti soprattutto da Cina e Turchia”.
Lo afferma in una nota Caterina Avanza, responsabile Agricoltura di Azione.
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