PIACENZA – Come è cambiato il clima di Piacenza negli ultimi due secoli? Di questo si parlerà il 29 aprile a partire dalle ore 11:00 nella sala degli Arazzi della Galleria Alberoni, in occasione della presentazione del volume “Il clima di Piacenza, due secoli di cronache e dati dell’osservatorio Alberoni” a firma del climatologo Maurizio Ratti, per anni osservatore meteorologico del CREA dall’Osservatorio di Pontremoli (MS).
Temperatura, pressione e umidità dell’aria, ma anche andamento delle precipitazioni, direzione e velocità del vento. Il volume racchiude un patrimonio di dati meteo, osservazioni e misurazioni rilevate e monitorate dall’Osservatorio Meteorologico del Collegio Alberoni, che ospita uno dei più antichi osservatori meteorologici del CREA Agricoltura e Ambiente, fondato nel 1802, recentemente riconosciuto come “stazione centenaria” dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale, fra le poche presenti in Italia, e che sarà presentato, insieme all’Archivio Meteorologico del CREA, da Luigi Iafrate, coordinatore dell’Area Biblioteche e Collezioni Storiche dell’Ufficio Affari istituzionali e relazioni internazionali del CREA.
Il CREA, infatti, possiede oltre 25 faldoni contenenti le schede delle osservazioni e delle misure rilevate quotidianamente dal 1890 (prima del 1871 le rilevazioni furono effettuate in maniera irregolare) al 2014, anno della scomparsa del suo responsabile scientifico Matteo Cerini.
La redazione del libro ha visto la collaborazione dello staff scientifico della Società Meteorologica Italiana e della Fondazione Opera Pia Alberoni, che si sono occupati, fra l’altro, anche della digitalizzazione di tutti i dati meteo custoditi dall’Osservatorio Meteorologico del Collegio Alberoni e dall’Archivio Meteorologico Storico del CREA Agricoltura e Ambiente, per quanto riguarda l’arco temporale dal 1986 al 2010.
“Dall’analisi dei dati climatici di Piacenza – ha dichiarato Maurizio Ratti, autore del libro – si ravvisa soprattutto una tendenza della temperatura all’aumento, più sensibile nei valori minimi”.