STRASBURGO – “L’Italia è uno dei paesi Ue che ha già implementato molte politiche richieste dal green deal; non solo con una costante riduzione dell’utilizzo dei pesticidi e un utilizzo attento dei prodotti antibiotici, ma anche mettendo a biologico già il 17% della sua superficie agricola, scelta che ci mette al vertice del settore in Europa.
L’aumento dei prezzi e le interruzioni della catena di approvvigionamento hanno recentemente messo in difficoltà il settore agricolo, che però ha dimostrato grande tempra. Questo, tuttavia, non deve essere motivo sufficiente per rovesciare sulle loro spalle obbiettivi irrealistici e un’agenda legata alla transizione ecologica impercorribile. Servono nuovi strumenti e incentivi ulteriori rispetto a quelli previsti dalla PAC, il cui budget, per colpa dell’inflazione, rischia di ridursi di più di un terzo rispetto alle risorse messe a disposizione nella programmazione precedente: un disastro.
Non possiamo più permetterci di lottare contro soglie e obbiettivi privi di base scientifica e pericolosi per la competitività del settore. Tutto il tempo che dedichiamo a cercare di correggere le invenzioni di Bruxelles andrebbe dedicato a contrastare efficacemente gli effetti della siccità, difendere il valore dei prodotti agricoli sul mercato, impedire la concorrenza sleale dei Paesi terzi che se ne infischiano della sostenibilità ambientale.
L’Ue lavora ancora senza una chiara idea degli impatti di green deal e Farm to Fork in agricoltura. Noi denunciamo con forza il rischio di perdere quote di mercato in favore delle importazioni da Paesi terzi; oggi annunciamo anche che sul regolamento sul Ripristino della Natura e su quello sull’utilizzo dei fitofarmaci, la Lega – in presenza di un compromesso finale che penalizzi ancora il settore – è pronta a chiederne la reiezione”.
Così in una nota Elena Lizzi, europarlamentare della Lega, componente della commissione Agricoltura.