ROMA – “Le vittime e le immagini dei danni materiali in Romagna lasciano sgomenti: ora è il momento di far intervenire gli organi preposti all’emergenza, ma pensiamo al domani perché arriverà presto.” – afferma Sabrina Diamanti, presidente Consiglio degli Ordini dei dottori agronomi e dottori forestali (CONAF) – “Situazioni analoghe si ripetono e si ripeteranno, poiché l’Italia ha fragilità ben note e la pioggia che si è abbattuta sulla Romagna, e in altre regioni d’Italia, ha semplicemente accentuato le difficoltà del nostro territorio a reagire agli eventi meteorologici estremi, sempre più frequenti.
Oggi, il nostro primo pensiero va alle famiglie delle vittime, nella speranza che il computo dei danni si fermi presto, ma come Ordine chiediamo agli amministratori di intervenire con pianificazione e programmazione a scala di bacino.”
Agronomi e forestali conoscono bene le criticità di un ambiente delicato e sanno che non esiste una soluzione univoca, ma si deve agire di concerto, programmando una strategia volta a proteggere un territorio fragile, che sarà sottoposto a frequenti eventi estremi.
La siccità di questi mesi ha ridotto le capacità di assorbimento del suolo delle forti piogge, ma non può essere una giustificazione. Manca una politica di pianificazione e progettazione della rete idrica minore, con canalizzazioni e piccoli invasi, una politica di attenzione alle capacità di risposta del suolo, una politica di forestazione intesa come strategia di consolidamento del suolo e di gestione delle acque, una politica che contrasti il dissennato utilizzo del suolo.
Non c’è un’unica soluzione, ma si deve pensare a un mix di tante azioni coerenti
Da qualche settimana anche il mondo dei dottori agronomi e dei dottori forestali è parte della Struttura Tecnica Nazionale (STN), aggiungendo un punto di vista a quello delle altre professioni tecniche.
Dichiara Sabrina Diamanti, presidente CONAF – “Le emergenze da affrontare crescono in numero e varietà: oggi si parla di dissesto idrogeologico e alluvioni, poi ci saranno siccità e incendi estivi. C’è il bisogno di ridurre la vulnerabilità di questo Paese con uno sguardo ampio e complesso. Le professioni tecniche possono contribuire attivamente alla salvaguardia del Paese, nelle emergenze ma soprattutto nella fase di prevenzione.”