ROMA – Sono stati presentati recentemente i risultati dell’Osservatorio Agrofarma dal quale l’Italia è risultata un modello in Europa, anche in vista della riforma Ue tanto criticata dal nostro Paese e temuta dagli agricoltori. Abbiamo intervistato il presidente di Agrofarma, Riccardo Vanelli partendo proprio da come l’Italia e in particolare Agrofarma si pone nei confronti delle visioni UE circa il Farm to Fork.
“Come Agrofarma abbiamo più volte chiarito come ci sia una condivisione degli obiettivi generali della strategia “Farm to Fork” per una maggiore sostenibilità ambientale e un sistema agroalimentare sempre più equo, sano e rispettoso dell’ambiente. Per questo abbiamo lavorato a fianco delle Istituzioni italiane ed europee per portare nei tavoli di confronto dedicati la nostra posizione in merito, a favore di politiche comunitarie che sostengano l’innovazione scientifica e l’adozione di soluzioni tecnologiche digitale e di precisione, che, dal nostro punto di vista, saranno sempre più importanti nel percorso verso una maggiore sostenibilità.
Tuttavia, larga parte degli attori del comparto agricolo ha espresso forti preoccupazioni sulle modalità attuative per i rischi derivanti dalla fissazione di obiettivi quantitativi non realistici e il cui impatto non sia stato adeguatamente valutato. La nostra Associazione ha condiviso tali osservazioni poiché riteniamo possano esserci forti ripercussioni sulla tenuta del sistema agroalimentare europeo, sia in termini di rischi per la sicurezza e salubrità degli approvvigionamenti alimentari sia in termini di reale apporto positivo alla sostenibilità ambientale (a causa del rischio di “delocalizzazione” degli impatti negativi sull’ambiente, evidenziati dagli studi di impatto condotti sulla Strategia Farm to Fork).
Ciò che mi preme sottolineare è che l’industria ha già da tempo avviato un percorso che va nella medesima direzione della Strategia Farm to Fork, investendo nella ricerca di prodotti sempre più efficaci e meno impattanti. Per farlo però occorre tempo e occorrono ingenti risorse (va ricordato, infatti, che per registrate un nuovo agrofarmaco occorrono almeno 10 anni e un investimento che supera i 250 milioni di euro. Ci tengo poi a precisare che investiamo il 6% del fatturato annuo in R&D: vale a dire, in Italia, circa 60 milioni all’anno, contro una media, secondo i dati ISTAT, pari all’1,5% nel comparto industriale)”.
Possiamo dire che il sistema agricolo italiano è sostenibile in partenza?
“Il sistema agricolo italiano è da tempo impegnato in un processo di conversione finalizzato alla realizzazione di un’industria sempre più attenta alla sostenibilità e alla professionalizzazione dell’intero comparto, attraverso l’adozione di strumenti di agricoltura digitale e di precisione per un uso sempre più ottimizzato degli agrofarmaci.
Come Agrofarma abbiamo ragionato a lungo sulla creazione di uno strumento che potesse aiutarci a costruire una narrazione corretta del comparto agricolo, con un focus specifico sul settore agrofarmaci, evidenziandone, in particolar modo, la spinta all’innovazione orientata ad efficacia e sostenibilità, con prodotti sempre meno impattanti e a salvaguardia delle produzioni. Per questo ragioni è nato l’Osservatorio Agrofarma, presentato in occasione del Food&Science Festival di Mantova, che rappresenta un contenitore che l’Associazione mette a disposizione di media, stakeholder e consumatori per permettere di reperire informazioni corrette e dati certi sui temi strategici del settore.
Nell’ambito del primo report dell’Osservatorio tra le tematiche individuate rientrano l’analisi dei principali indicatori agroambientali e l’utilizzo di agrofarmaci in Italia, che mostrano – attraverso diversi indicatori – l’orientamento volto alla sostenibilità delle nostre imprese.
L’evoluzione dello stato di salute ambientale dell’agricoltura italiana dai primi anni 2000 mostra un costante calo delle principali emissioni inquinanti e dell’impiego di energia, a conferma di una aumentata efficienza produttiva. Le emissioni di ammoniaca, uno dei principali inquinanti derivanti dall’attività agricola in Italia, si sono ridotte in maniera costante a partire dal 1990 (-24% al 2020), così come le emissioni di monossido di carbonio da parte dei macchinari agricoli, diminuite del 17% circa tra il 2011 ed il 2020.
A ciò si aggiunge una netta riduzione delle vendite di agrofarmaci in Italia (misurate in quantità di principio attivo, che è la componente efficace dei prodotti commercializzati) diminuite del 17% tra il triennio 2010-12 e quello 2019-21, passando da circa 140.000 a circa 115.000 tonnellate. Per Agrofarma lavorare per un sistema agroalimentare sostenibile significa favorire la tecnologia e l’innovazione scientifica. Le nostre imprese continuano ad investire fortemente nella ricerca di soluzioni volte alla sostenibilità, con un notevole impegno economico, di risorse umane e progettualità.
Le nuove molecole da un lato e le migliori tecniche di lotta dall’altro hanno permesso un uso sempre più mirato degli agrofarmaci e generano indubbie ricadute positive sia a livello produttivo ed economico che sull’intero ecosistema rurale.
Scienza sì, scienza no? Come vede le TEA e qual è la posizione di Agrofarma?
“La nostra impostazione come Agrofarma è quella di ragionare in ottica non di prodotto ma di soluzioni. Promuoviamo, infatti, un utilizzo integrato di tutti i mezzi a disposizione, quindi non solo agrofarmaci di origine biologica e di sintesi, ma anche buone pratiche agricole, strumenti di agricoltura digitale e di precisione e TEA. Ci tengo ad evidenziare come sia importante per le Imprese che stanno investendo in questo comparto promuovere un approccio fondato sulla scienza che consenta, quindi, la sperimentazione di tali tecnologie al fine di proseguire nelle attività di ricerca e accrescere le competenze e il know-how del comparto italiano in un’area che assumerà sempre più importanza per il comparto agricolo.
Come Agrofarma sosteniamo tutti i modelli di agricoltura e cerchiamo di offrire soluzioni in grado di rispondere alle esigenze di tutti. Crediamo, infatti, che non esistano soluzioni migliori di altre o soluzioni che, da sole, possano rispondere alle esigenze degli agricoltori. Solo da un combinato utilizzo di tutti gli strumenti si riuscirà a perseguire correttamente l’obiettivo della sostenibilità. Sono, infatti, gli agricoltori, sulla base delle loro scelte produttive, delle caratteristiche della propria azienda e delle loro competenze professionali, che devono scegliere quando e quali strumenti utilizzare per la tutela delle colture”.
Il vostro impegno, come associazione, per il futuro?
Siamo orgogliosi di rappresentare da oltre 35 anni le aziende che garantiscono ogni giorno cibo sicuro e di qualità sulle nostre tavole mettendo a servizio degli agricoltori strumenti indispensabili per la sostenibilità, produttività e la competitività dell’agricoltura italiana.
L’impegno della nostra industria è quella di continuare a lavorare per la tutela del sistema agroalimentare affiancando i produttori a fronte delle necessità che si presentano in uno scenario in evoluzione come quello agricolo in cui nuovi insetti o malattie possono avere effetti devastanti per le colture.
Mentre, la sfida che ci siamo posti come Agrofarma è quella di portare avanti un racconto corretto del comparto agroalimentare e del ruolo strategico che le Imprese che producono agrofarmaci svolgono a supporto della filiera e dei prodotti Made in Italy. Stiamo lavorando per amplificare la voce della nostra Associazione a livello nazionale e locale, nel rispetto dei nostri valori e con la consapevolezza che possiamo crescere solo attraverso la partecipazione e la condivisione. Siamo consapevoli che aprirsi al dialogo significa anche andare incontro a possibili rischi e a potenziali polemiche, ma esporci è la responsabilità che abbiamo scelto di assumere per migliorare la reputazione del comparto che rappresentiamo.
Il progetto dell’Osservatorio Agrofarma si inserisce in questa volontà divulgativa e risponde ad un bisogno di informazioni e di monitoraggio che interessa l’intero settore.
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