ROMA – La Banca nazionale Terre agricole di Ismea è agli ultimi giorni, scadenza del bando fissata per il 5 giugno. Intanto previste una serie di misure per le aziende colpite dall’alluvione in Romagna.
Ne abbiamo parlato con Giorgio Venceslai, dirigente Ismea
Banca della Terra, siamo alla chiusura. Come è andata questa iniziativa?
È ancora presto per tirare le somme di questa iniziativa, che ormai ha raggiunto la sesta edizione. Quello che abbiamo sperimentato in questi anni di BTA è che i conti si fanno solo alla fine dell’intero ciclo, quando le manifestazioni di interesse si trasformano davvero in offerte e quando queste ultime diventano concretamente stipule. Il che significa: terreni che ritornano alla produzione e risorse finanziarie che ritornano ai giovani sotto forma di nuove iniziative, come – ad esempio – Generazione Terra.
Al momento, quello che è certo è che il 5 giugno scadrà il termine per presentare le manifestazioni di interesse e cioè per comprare l’unico biglietto che dà diritto a poter formulare la propria offerta nel momento in cui si aprirà, appunto, la fase delle offerte.
Ricordo che fare una manifestazione di interesse per uno o più terreni non è oneroso, non è impegnativo ma, ribadisco, è l’unico modo per poter partecipare alla successiva fase di vendita.
E, a tal proposito, ricordo che quest’anno circa 20 mila ettari di terra per un totale di oltre 800 aziende agricole potenziali fanno parte del pacchetto messo in vendita nell’ambito della BTA sesta edizione.
Ci sono novità in questa edizione di Banca della Terra rispetto alle precedenti?
Fino ad ora, si è parlato di Manifestazione di Interesse. Ecco, la grande novità per questa sesta edizione consiste nel superamento della Manifestazione di Interesse nel caso dei terreni che hanno superato infruttuosamente il quarto tentativo di vendita.
Si tratta di 102 terreni che tornano di nuovo in ‘esposizione’, con un percorso di vendita più veloce, che consente di presentare direttamente, sul portale dedicato, una prima offerta di acquisto oppure prenotarsi la fase di rilancio. Questa modalità, che assicura comunque riservatezza delle informazioni e sicurezza delle transazioni, arricchisce significativamente il set di strumenti per un più facile accesso alla terra.
Quali sono le attività di credito in essere o in divenire per far fronte all’emergenza alluvione?
Siamo tutti molto dispiaciuti per quello che è accaduto in quelle zone alle quali va tutta la nostra solidarietà. E proprio per questo, per dare un segnale concreto, anche in risposta alle sollecitazioni che ci sono direttamente pervenute dal Ministro Lollobrigida, ISMEA ha subito attivato – anche sulla scorta dell’esperienza maturata nel corso della crisi COVID-19 – una serie di misure volte a supportare le PMI colpite da questa calamità e dalle sue conseguenze.
In linea con i provvedimenti governativi, il Consiglio di Amministrazione di ISMEA ha infatti disposto la sospensione automatica di tutti i pagamenti per le nostre imprese beneficiarie, uno stop alle attività di non-performing, lo spostamento dei termini concessi per la realizzazione degli investimenti finanziati e di quelli previsti per l’inoltro degli Stati Avanzamento Lavori.
Oltre a queste azioni volte ad adeguare il funzionamento degli strumenti esistenti a questo complicato contesto, ISMEA ha poi stanziato 15 milioni di euro a valere sul proprio patrimonio per l’erogazione di prestiti a tasso zero finalizzati a garantire la liquidità necessaria per assicurare la continuità aziendale. Si tratta di finanziamenti di importo fino a 30.000 che avranno una durata massima di cinque anni, con due anni di preammortamento e saranno dedicati alle PMI agricole e della pesca con sede operativa nei territori colpiti dall’alluvione.
In questi giorni, stiamo mettendo a punto i dettagli per il funzionamento dello strumento, con l’obiettivo di renderlo operativo velocemente e comunque di facile accesso. In casi critici come questo, la liquidità è il primo fattore su cui puntare per assicurare la ripartenza delle attività e preservare quel patrimonio agricolo che caratterizza il territorio compromesso dall’emergenza alluvione.
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