ROMA – «Un allevamento non è un’industria inquinante e le due realtà non possono essere comparate. Si mette a rischio un intero comparto». Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare non ha dubbi sulla direttiva emissioni Ied della Ue dopo la scelta della Commissione Ambiente che di fatto fa fare un passo indietro rispetto alla decisione della Commissione Agricoltura.
Secondo Maretti «l’approccio è meramente ideologico e non tiene conto degli importanti passi in avanti fatti in termini di sostenibilità. Per questo chiediamo ai deputati europei che il 10 luglio, con il voto in plenaria, non passi la posizione della Commissione Ambiente del Parlamento Ue che ha fatto nuovamente rientrare gli allevamenti nella direttiva per la riduzione delle emissioni. Devono rimanere le posizioni della Commissione Agricoltura».
Equiparare un allevamento ad una industria vuol dire aumento dei costi della burocrazia per le certificazioni ambientali, per adeguamenti e rischia di veder sparire i piccoli allevatori dal momento che già una stalla con 300 vacche, soglia di un’impresa tipicamente familiare, è considerata alla stregua di una fabbrica.
«Quanto approvato dalla Commissione Ambiente è estremamente negativo ad iniziare dalla definizione di allevamento intensivo che crea soltanto confusione nel consumatore. Se passa quella posizione, quasi il 100% degli allevamenti italiani sarà gravato da costi insostenibili per un settore già in difficoltà».
Il problema, poi, è amplificato quando si parla di cooperative. «Se più allevamenti sono riuniti sotto un unico marchio, questi vengono trattati come come fossero un unico elemento e quindi con le soglie degli allevamenti singoli. Elemento questo che contraddice e scoraggia la necessità di aggregazione del mondo dell’agricoltura, degli allevamenti in particolare», continua Maretti.
Il presidente di Legacoop Agroalimentare conclude con un aspetto non secondario, quello del valore sociale degli allevamenti. «In molti territori, specie quelli di montagna, rappresentano la tenuta sociale del territorio e la sua difesa da un punto di vista ambientale. Senza allevamenti molti piccoli borghi avrebbero difficoltà di sopravvivenza».