FIRENZE – L’Accademia dei Georgofili ha reso disponibili sul proprio sito, nella sezione “Focus”, due nuovi documenti realizzati da appositi gruppi di lavoro. Lo scopo di queste iniziative è quello di fornire un adeguato supporto al progresso dell’agricoltura, coerentemente con lo scopo istituzionale dell’Accademia; tutti i documenti finora realizzati e pubblicati sono liberamente fruibili da parte di chi sia interessato: agricoltori, imprenditori, ricercatori, ecc.
Il primo è Focus di aggiornamento sui vitigni resistenti, realizzato da Amedeo Alpi, Riccardo Cotarella, Cesare Intrieri, Luigi Moio, Michele Pasca-Raymondo, Riccardo Ricci Curbastro, Attilio Scienza, Paolo Storchi, Riccardo Velasco, Rosanna Zari. I cambiamenti climatici da un lato e gli obiettivi della Strategia “Farm to Fork” della Unione Europea dall’altro, impongono una seria riflessione sull’evoluzione della viticoltura, in particolare sulle opportunità offerte dai risultati della ricerca genetica degli ultimi due decenni. Accanto alle applicazioni delle tecnologie digitali ed alla robotica, ai DSS (Decision Support System) ed alla sensoristica, sia la gestione integrata che biologica del vigneto può avvalersi di varietà resistenti ottenute con il miglioramento genetico classico o tramite le applicazioni biotecnologiche “verdi”, le così dette Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA), che hanno già consentito alcuni interessanti risultati, ma che promettono di produrne altri nei prossimi anni.
Il secondo Focus presenta invece alcuni Casi di studio sul bilancio del carbonio in agricoltura e vi hanno collaborato – tra gli altri – Federica Rossi, Francesco Ferrini, Amedeo Alpi, Pietro Piccarolo, Simone Orlandini, Leonardo Verdi, Bruno Ronchi, Marco Marchetti.
Si legge nella Premessa: “Alla domanda che tutti ci poniamo sul perché la concentrazione di CO2 nell’atmosfera sia aumentata costantemente dal secondo dopoguerra ad oggi, si risponde, in modo abbastanza ovvio, che le emissioni di questo gas hanno superato gli assorbimenti. Nel decennio 2010-2021 le emissioni sono aumentate annualmente sino a raggiungere circa 10,6 gigatonnnellate di C (GtC) dovute, per circa l’ 89%, all’uso di combustibili fossili (carbone, petrolio, gas naturale) e per il rimanente 10% al cambio di uso del suolo, cioè alla sommatoria dell’effetto della deforestazione, che libera CO2 in misura di 3,8 GtC, e dell’abbandono dei terreni agricoli che, al contrario, causa consumo di CO2 tramite la vegetazione spontanea in misura di 2,7 GtC. Questi dati sono riportati in una pubblicazione i cui Autori formano un gruppo di decine di esperti di tutto il mondo (Friedlingstein et al., 2022). Negli ultimi 60 anni l’utilizzo dei fossili è molto aumentato, mentre la deforestazione è proceduta a ritmo costante, incidendo, rispetto al 1960, progressivamente sempre meno sul totale delle emissioni”.