SCARDOVARI (RO) – Dal mese di giugno arriva sulle tavole italiane la nuova annata della Cozza di Scardovari DOP: il prodotto premium della gastronomia ittica nazionale che – grazie alle sue proprietà organolettiche e alle caratteristiche del suo habitat – è ormai sinonimo di qualità, garanzia e sostenibilità sia nel mondo della ristorazione che in quello della distribuzione di qualità. Un mollusco autoctono che ha origine nella zona lagunare della Sacca di Scardovari, situata all’interno del Parco del Delta del Po, che dal 2015 ha raggiunto il riconoscimento di Riserva di Biosfera MaB UNESCO, una qualifica internazionale assegnata a quei territori in cui le attività di tutela della biodiversità si coniugano con lo sviluppo di economie locali.
La Cozza di Scardovari DOP si è affermata nel tempo come il mollusco perfetto per mantenere alto il livello della reputazione della cucina made in Italy, basata sulla freschezza e sulla qualità delle materie prime. Proprietà intrinseche della Cozza DOP che cresce all’interno di un habitat ideale per il suo sviluppo, localizzato all’incrocio tra l’acqua dolce del fiume Po e quella salata del Mar Adriatico.
Per raccontare queste caratteristiche uniche, in occasione dell’avvio della nuova annata di raccolta, il Consorzio di Tutela ospita il press tour “Alla scoperta della Cozza DOP”, organizzato in collaborazione con la Fondazione Qualivita e Eurofishmarket. Un viaggio riservato a una selezione ristretta di giornalisti che, attraverso un’esperienza visiva e gustativa, avranno l’opportunità di osservare in prima persona la gestione attenta degli ecosistemi e della biodiversità del luogo; ma anche di entrare in contatto con una comunità di 1.500 pescatori, di cui oltre 700 donne.
“Dopo un anno di attesa è giunto il momento in cui la Cozza DOP fa il suo ritorno sulle tavole italiane – ha dichiarato Paolo Mancin, Presidente del Consorzio di tutela della Cozza di Scardovari DOP. In un momento in cui è sempre più difficile preservare gli ecosistemi, con le difficoltà dovute al cambiamento climatico che ha modificato notevolmente la stagionalità del prodotto, la nostra comunità è costantemente impegnata nella salvaguardia dei fattori naturali in grado di dare vita ad un prodotto che, nel tempo, è diventato sinonimo di qualità ma anche di sostenibilità, rappresentando una delle produzioni zootecniche con la minore impronta di carbonio”.