PERUGIA – Venticinque anni di storia, passione e attenzione a un legame unico e imprescindibile con il territorio che garantisce la qualità della carne certificata Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP.
Il quarto di secolo della IGP assegnata dall’Unione europea nel 1998 come prima certificazione di qualità per le carni bovine fresche per l’Italia, è stato festeggiato nei giorni scorsi con un evento nella Rocca di Casalina, nell’omonima frazione di Deruta e di proprietà della Fondazione per l’Istruzione Agraria di Perugia, insieme ad associati, istituzioni, chef, giornalisti e Consorzi di Tutela dei prodotti DOP e IGP in arrivo dal territorio tipico di produzione del Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP.
L’appuntamento è stato arricchito da un altro anniversario importante che ricorre nel 2023: i 20 anni di attività del Consorzio di Tutela del Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP, che dal 2003 svolge un’attività di vigilanza e controllo su tutta la filiera, dall’allevamento alla ristorazione passando per lavorazione e sezionamento, per garantire a tutti i soggetti coinvolti la qualità certificata dal marchio IGP.
“Questo anniversario – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – ci permette di festeggiare insieme al Consorzio di tutela quella che è stata la prima ed unica carne tutelata a livello europeo per un lungo periodo. Ha un valore staordinariamente simbolico, perchè rappresenta una modalità di allevamento “sostenibile” ante litteram: conservazione della biodiversità tutelando le tre razze locali, Marchigiana e Romagnola, e in modo particolare la Chianina, che negli anni ’80 hanno rischiato l’estinzione; rispetto del “benessere animale” essendo un allevamento estensivo e mai a sabulazione fissa; buon utilizzo di aree montane o marginali altrimenti non remunerative per altre colture; attività di contrasto allo spopolamento delle aree interne. Un plauso al Consorzio di tutela per l’ottimo lavoro svolto in questi lunghi anni sostenendo il lavoro degli allevatori che sempre più sono accomunati e ingiustamente accusati di crudeltà verso gli animali, da chi non conosce e non distingue diverse realtà produttive. E voglio sottolineare anche il merito di aver lavorato fianco a fianco con chef e associazioni di cuochi e macellatori per far scuola sulla valorizzazione di ogni parte della carcassa, perchè tutto sia apprezzato da consumatore. Regione Toscana è da sempre vicina alle esigenze dei nostri allevatori, in particolare di Chianina, con i quali ci siamo confrontati per un percorso di sviluppo e rilancio del “Gigante Bianco”.
“Il 25° anniversario del riconoscimento IGP assegnato al Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale – commenta il direttore del Consorzio, Andrea Petrini – è stata una bella occasione per festeggiare insieme a numerosi ospiti un prodotto che dal 1998 è sinonimo di qualità, tipicità e territorialità. Ripercorrere la nostra storia è stato anche un modo per rendere omaggio agli allevatori dell’Italia Centrale che a metà degli anni ’90 chiesero con determinazione all’Unione Europea il riconoscimento di una certificazione di qualità sulla carne delle razze bovine tipiche del Centro Italia – Chianina, Marchigiana e Romagnola – per difendere e valorizzare l’intero settore, per differenziare sul mercato la carne di queste razze nello stretto legame con il territorio di produzione. Oggi, grazie alla loro iniziativa e all’attività ventennale del Consorzio di Tutela, l’intera filiera è vigilata, valorizzata e riconosciuta con un marchio IGP che ne garantisce la qualità attraverso il rispetto del Disciplinare di produzione”.
Sono stati consegnati gli attestati di ringraziamento al Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e alle Regioni Umbria, Toscana, Marche, Lazio, Campania, Molise ed Emilia Romagna, territori di allevamento dei bovini da cui proviene la carne certificata Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP. Per celebrare la storia ventennale del Consorzio, inoltre, è stato consegnato un attestato anche a Paolo Canestrari, già direttore del Consorzio stesso, e all’Associazione Amici della Chianina, associazione impegnata nella valorizzazione della razza chianina in Valdichiana con cui il Consorzio collabora attivamente da molti anni.