PIACENZA – Nel corso del convegno “Tecniche di miglioramento di resilienza ed efficienza idrica per i vigneti dell’areale piacentino”, l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza ha presentato le evidenze scientifiche e i dati raccolti grazie a Resil-Vigna, il progetto partito ad aprile 2020 con l’obiettivo di migliorare la resilienza idrica dei vigneti nell’areale dei Colli Piacentini, dove sono censiti circa 5.300 ettari di vigneto e dove la coltura della vite ha una lunghissima tradizione.
Il progetto si propone di trovare una soluzione all’effetto dei cambiamenti climatici, a causa dei quali i vigneti italiani sono e saranno sempre più sottoposti ad uno stress idrico causato dalla carenza di precipitazioni.
Il progetto, finanziato nell’ambito del Psr 2014-2020 della Regione Emilia-Romagna, è stato coordinato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Piacenza e ha visto la partecipazione dell’Azienda Vitivinicola i Salici di Claudio Gazzola, della Tenuta Pernice Società Agricola, della Cantina Sociale di Vicobarone Società Cooperativa Agricola, e dell’Azienda Vitivinicola Villa Rosa di Illari Andrea. A Centoform Srl sono state affidate le iniziative legate alla formazione; Image Line ha collaborato alla creazione di contenuti editoriali e multimediali oltre che alla diffusione dei risultati di Resil-Vigna
“L’importanza di Resil-Vigna per il comparto vitivinicolo risiede nella volontà di affrontare e risolvere una situazione evidente e contemporanea di rischio idrico abbinato a scarsità idrica dell’areale dei Colli Piacentini che, ove non contrastata, rischia di ridurre la competitività del comparto vitivinicolo con inevitabili conseguenze sul tasso di abbandono di aree vitate causando problemi di natura ambientale e sociale – ha commentato il Prof. Stefano Poni – Università Cattolica Sacro Cuore di Piacenza. Il progetto intende pertanto dimostrare alle aziende viticole che esistono pratiche in grado di aumentare la resilienza del vigneto alla carenza idrica e quindi tali da consentire all’impianto di superare momenti critici specialmente laddove non è possibile ricorrere a input irrigui esogeni. Per questa ragione, l’importanza del Gruppo Operativo non è limitata al territorio Piacentino: i risultati conseguiti potranno essere fruibili anche nei territori limitrofi che condividono le problematiche che hanno motivato questa nostra esperienza”.
Il piano di attuazione di Resil-Vigna è stato articolato secondo quattro azioni mirate ad accrescere la resilienza idrica del vigneto in un territorio ove, ad oggi, il ricorso all’irrigazione è pressoché inesistente sia per ragioni di carattere impiantistico, sia per l’oggettiva difficoltà delle aziende vitivinicole di accedere alla risorsa idrica, intervenendo con agritech, scelte varietali, buone pratiche di gestione delle piante e del suolo*.
In particolare sono state messe a punto delle linee guida per un utilizzo mirato e flessibile della tecnica di inerbimento del terreno, una pratica che porta con sé alcuni importanti vantaggi, come ad esempio una minore evaporazione dell’acqua, una struttura del suolo meno compatta e una migliore capacità di ritenzione delle acque meteoriche. Sono stati inoltre utilizzati strumenti tecnologici capaci di trasmettere in maniera precisa e costante nel tempo le caratteristiche microclimatiche del vigneto e la disponibilità di acqua all’interno del suolo, quali sensori e capannine meteo smart in grado di raccogliere dati e di trasmetterli in maniera automatica all’agricoltore, consentendogli di intervenire con irrigazioni di soccorso (quando possibili) nei casi di stress idrico eccessivo.
Secondo le evidenze portate alla luce dal progetto Resil-Vigna, la gestione della risorsa idrica deve essere affrontata con una visione olistica, che prenda in considerazione tutti i fattori che influiscono sulla disponibilità di acqua all’interno del vigneto.