PALERMO – Accrescimento del posizionamento, ingresso all’interno di nuovi mercati e rafforzamento di un modello che sappia coniugare i tratti tipici e distintivi dei vitigni della Sicilia e dei suoi territori. Queste saranno le coordinate che guideranno la creazione del nuovo Piano Vitivinicolo Regionale, un progetto fortemente voluto dall’assessore Luca Sammartino e pronto a prendere il via, con l’impegno in prima linea del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia.
“Il mondo del vino siciliano ha tutti gli strumenti per diventare sempre più di successo, anche a livello internazionale. – afferma Antonio Rallo, Presidente del Consorzio – Siamo onorati e felici di prendere parte a questo progetto, tanto ambizioso quanto virtuoso, per la creazione di un modello che faccia da bussola allo sviluppo sostenibile del settore, operando in modo tangibile sulla valorizzazione dell’identità dei vini siciliani e del territorio in cui nascono. Un territorio da far scoprire, caratterizzato da un legame prezioso tra le sue meraviglie naturalistiche, culturali e storiche e le sue eccellenze enologiche”.
Il Consorzio Tutela Vini Doc Sicilia lavorerà al piano con l’obiettivo di esaltare sempre di più la produzione siciliana, composta da vitigni autoctoni sempre più centrali e di rilievo come Nero D’Avola e Grillo. Uve che danno vita a vini di altissima qualità e che, grazie anche al nuovo Piano Vitivinicolo, potranno penetrare sempre di più nel mercato.
Il Consorzio di Tutela Vini DOC Sicilia prende vita nel 2012, con l’obiettivo promuovere i vini a DOC Sicilia, con azioni mirate alla crescita della visibilità di un marchio simbolo del Made in Italy, oltre a tutelare il prodotto con azioni di vigilanza a difesa del consumatore e dei produttori.
Quasi 8.000 viticoltori e circa 500 imbottigliatori sono promotori della Denominazione di Origine Controllata, un riconoscimento utile a rappresentarli ma anche a valorizzare e salvaguardare la produzione vinicola dell’isola. La Sicilia è la più grande area vinicola biologica in Italia: rappresenta il 30% della superficie nazionale e con i suoi oltre 42mila ettari ha anche il primato tra le regioni che praticano una viticoltura sostenibile, assoggettata al disciplinare bio o a quello di produzione integrata.