CAGLIARI – E’ ufficiale, lo storico piatto dolce sardo, la Sebadas, è diventato una IGP con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del 10 luglio 2023. Una delle ricette più tradizionali e famose della regione più amata dai turisti italiani e non solo va ad aggiungersi ad altre 8 IGP regionali, portando la regione a quota 9.
Le Sebadas (anche dette Seadas, Sabadas, Seattas, Savadas, Sevadas) di Sardegna IGP sono un prodotto a base di pasta fresca ripiena di forma tondeggiante o ovale. La consistenza del prodotto fresco è morbida, con impasto omogeneo, il colore della sfoglia può essere bianco avorio tendente al giallo paglierino. Il sapore è acidulo e aromatizzato, più o meno intenso al palato a seconda della miscela di formaggi, sentore di agrumi, contrasto dolce salato. Il ripieno è ottenuto mescolando del formaggio pecorino e/o formaggio caprino e/o formaggio vaccino o cagliata vaccina con scorza di limone e/o d’arancia grattugiata, è possibile l’aggiunta di zucchero quanto basta. Il colore va da bianco a giallo paglierino, con possibili striature gialle o arancio, dovute alla presenza di scorza di limone o di arancia. Si produce in tutta la Sardegna.
Uno step significativo per le Sebadas di Sardegna IGP che possono contare su una filiera in crescita e di grande valore. Sono infatti circa 250 i pastifici nell’isola e molti di questi producono questa specialità. Al momento si stima una produzione complessiva media di 2 milioni di pezzi prodotti annualmente nell’isola, pari a circa 1.600 quintali e oltre 2,5 milioni di euro di fatturato e circa 150 dipendenti coinvolti, a cui si sommano anche titolari, soci e coadiuvanti, per un totale di circa 250 operatori.
Secondo i dati aggiornati dell’Osservatorio Qualivita, con la registrazione della nuova IGP, l’Italia raggiunge quota 323 IG Cibo ai quali si aggiungono 527 prodotti vitivinicoli, per un totale di 850 denominazioni DOP IGP STG nei comparti Cibo e Vino, un altro traguardo importante che ribadisce il primato in Europa del nostro Paese che è pronto a investire ancora nell’agroalimentare di qualità legato alle Indicazioni Geografiche ha un valore complessivo alla produzione pari a 19,1 miliardi di euro e un export da 10,7 miliardi di euro.
«Il numero raggiunto con le Seadas di Sardegna IGP è frutto di una costante ricerca identitaria da parte dell’agroalimentare italiano e in questi anni abbiamo assistito a una forte accelerazione del fenomeno da parte dei singoli territori – spiega Mauro Rosati, Direttore Generale Fondazione Qualivita – far parte del Sistema IG non è solo avere una certificazione di identità e qualità del prodotto, vuol dire responsabilizzare una intera filiera produttiva nei confronti della salvaguardia del territorio stesso che essa rappresenta e ancor più della sostenibilità economica e sociale spesso di aree svantaggiate, ma ricche di storia e tradizione e questo è l’elemento su cui Fondazione Qualivita si è spesa fin dalla sua nascita oltre 20 anni fa».