ROMA – “Nell’esprimere un voto favorevole al Disegno di legge sull’agricoltore custode lo facciamo convinti nel dare il giusto riconoscimento a quelle donne ed uomini che con fatica lavorano la terra ed accudiscono gli animali, ma riaffermiamo il diritto dell’agricoltura ad avere dei provvedimenti che la pongano in connessione con le aziende e con i territori di riferimento. In questo contesto, quindi, dobbiamo sollecitare il Governo affinché non metta in discussione i servizi fondamentali (sanità territoriale, trasporti, le infrastrutture viarie e digitali, la scuola) necessari affinché ci possa essere un ‘custode sul territorio’ che nella sua terra, spesso un’area interna, ci possa vivere ed operare al meglio”.
Lo sottolinea il Senatore e capogruppo del Partito Democratico in 9ª Commissione permanente industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare Silvio Franceschelli nella sua dichiarazione di voto sul Disegno di Legge per il riconoscimento della figura dell’agricoltore custode dell’ambiente e del territorio.
“Noi – ha ricordato il Senatore Franceschelli – ci poniamo rispetto ai provvedimenti in approvazione con serietà, sia nella fase di formazione dell’iter legislativo, sia rispetto della discussione del provvedimento ma siamo coscienti che questo atto resterà lettera morta se a questo non seguirà un piano infrastrutturale che contrasti l’abbandono delle aree interne, il potenziamento delle infrastrutture e non si faccia marcia indietro sulla volontà di non voler dare seguito alla sanità territoriale”.
“Ed allora, se da un lato c’è il giusto riconoscimento dell’agricoltore custode – ha aggiunto ancora Franceschelli – dall’altro il Governo non può non stanziare risorse sul sistema sanitario nazionale mettendo in discussione sia le case di comunità che gli ospedali di comunità essenziali per la presa in carico della persona ed il rafforzamento dell’assistenza sanitaria intermedia nei territori; non può ridurre i servizi scolastici anche con le norme “sul dimensionamento scolastico”, non può ridurre gli incentivi ai trasporti e non sostenere l’infrastruttura digitale delle aree interne e delle aziende agricole che hanno il sacrosanto diritto di avere la connessione al pari degli operatori che lavorano nelle aree densamente abitate”.
“Ribadiamo, affinché ci sia un “agricoltore custode” questi deve poter vivere e fare impresa anche in quei luoghi impervi ed interni ove tutto è più difficile, un’agricoltura talvolta definita “Eroica” e di fatto lo è. Non dimentichiamo che il presidio territoriale è rilevante anche ai fini paesaggistici, culturali e di sostegno alla biodiversità” ha concluso Franceschelli.