ROMA – “Servono misure di tutela dell’ambiente, che vanno rimodellate sulla base di un clima ormai mutato, dunque è giusto riconoscere misure compensative alle imprese, ma devono andare anche ai lavoratori che, alle fine, sono sempre i soggetti più deboli”. Lo afferma il Segretario Generale della Fai-Cisl Onofrio Rota in un’intervista pubblicata dal quotidiano online Il Diario del Lavoro.
“La prima cosa da fare – commenta il sindacalista rispetto all’emergenza caldo – è rivedere l’organizzazione del lavoro per quanto riguarda gli orari di inizio e fine delle attività, poi è importante fornire servizi di vigilanza sanitaria e dispositivi di protezione individuale, acqua, cappelli, servizi igienici.
Ci preme che la Cisoa, ossia la Cassa integrazione salariale per gli operai agricoli, venga estesa anche a chi non ha un contratto a tempo indeterminato, che nel nostro settore è il 90% della forza lavoro. Servono quindi soluzioni innovative per allargare le tutele, inoltre dobbiamo portare le cabine di regia all’interno degli enti bilaterali presenti nei territori: sono dei presidi locali, che oltre a fornire integrazione salariale possono governare meglio i bisogni di prossimità”.
Sull’apertura della trattativa per il Ccnl dell’industria alimentare, che si terrà oggi, afferma Rota: “Con i rinnovi dei contratti integrativi abbiamo ottenuto risultati importanti sul fronte economico, del welfare e dell’organizzazione del lavoro, dobbiamo lavorare per estendere il secondo livello anche nelle medie aziende, per questo abbiamo inserito nella piattaforma del contratto nazionale il trattamento economico per mancata contrattazione di secondo livello. Sul piatto abbiamo messo 230 euro di aumento a regime, 70 per il recupero della produttività e altre 40 appunto per le aziende prive del secondo livello. Il 30 novembre scadrà il contratto, sarebbe una bella notizia per i lavoratori rinnovarlo entro quella data: a differenza dell’ultimo rinnovo, potremmo confrontarci con una controparte più compatta, e questo è un elemento positivo per il buon esito della trattativa”.
Quanto al salario minimo, Rota ribadisce: “Affidare alla legge e non alla contrattazione la definizione del salario sarebbe una sconfitta. Il Tec, il trattamento economico complessivo, per un operaio agricolo base è superiore ai nove euro, quello degli impiegati agricoli supera i dieci. Il vero problema è la discrepanza tra la retribuzione contrattuale e quella realmente percepita, perché ci sono pochi controlli: non serve dunque il salario minimo per legge ma maggiore sorveglianza, soprattutto per le aziende che prendono finanziamenti pubblici”.